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Grande attenzione per Silent Academy tra laboratori di cucito, azioni sceniche e installazioni

Wuyeh e Savane sono entrambi sarti. Wuyeh è un ragazzo gambiano giunto in Italia ancora minorenne dopo quasi due anni di peregrinaggio, Savane invece è stato costretto a fuggire dalla Costa D’Avorio: realizzava abiti per un importante partito politico e, con lo scoppio della guerra, il suo nome spunta tra quelli da perseguitare. Trèsor era iscritto alla facoltà di architettura e dirigeva in Congo una ditta di costruzioni che dava lavoro a 20 concittadini. È partito con i suoi figli e la moglie, ma il mare l’ha portata via con sé durante il viaggio. Tessy è una ragazza madre senegalese, Mohammad un ragazzo pakistano fuggito dai talebani che volevano ucciderlo perché prestava soccorso nei grandi disastri per conto di un’organizzazione non governativa.
Sono solo alcune delle storie che Silent Academy racconta attraverso le competenze e le capacità di ognuno con un progetto fondato sui valori dell’uguaglianza, dell’integrazione e della contaminazione tra differenti culture. Nel tempo in cui il tema dell’immigrazione è nodo nevralgico del dibattito nazionale ed europeo e altrove si costruiscono muri e abbattono ponti, Matera 2019 e Il Sicomoro, cooperativa sociale che opera dal 2002 per dar voce ai “silenti”, rispondono con un messaggio di inclusione che parte dalla consapevolezza che i talenti sono ovunque nel mondo.
La Silent Academy di Matera 2019 è un’accademia in cui si dà valore alle abilità artigianali dei migranti dando vita a una scuola di mestieri con l’obiettivo di favorire nelle comunità ospitanti il riconoscimento delle professionalità di chi scappa da guerre e fame e di valorizzare le esperienze formative acquisite nei propri paesi d’origine per metterle a disposizione con competenza sul territorio di approdo.
I laboratori sono guidati ognuno da un maestro migrante e un esperto locale che, insieme ai partecipanti, fondono competenze e tradizioni per dar vita a prodotti di nuova identità. Savane e Wuyeh sono i sarti dei laboratori di cucito, Trèsor sarà invece uno dei maestri di decorazione e progettazione plastica, Mohammad ora lavora il tufo di Matera e Tessy ha sfilato per le strade della città indossando un abito dorato cucito con il tessuto di una coperta isotermica, la stessa che accoglie i migranti agli sbarchi, sotto la guida del maestro ivoriano Ibrahim e l’artista torinese BR1.
Dopo un processo di cocreazione e capacity building, la Silent Academy ha debuttato in pubblico tra giugno e luglio 2018 con 20 giorni di arte pubblica e artigianato sociale attraverso lavori collettivi realizzati insieme a ragazzi stranieri e locali di diversi comuni della Basilicata: Rionero in Vulture, Nova Siri, San Chirico Raparo e Matera. Un tour attraverso la conoscenza dei luoghi, delle storie dei paesi e dei volti che li abitano, di qualsiasi colore essi siano.
Per il 2019 dopo un lungo ciclo di laboratori aperti a tutti i possessori del Passaporto di Matera 2019, a cui hanno preso parte 230 cittadini temporanei, il 20 marzo andrà in scena il primo degli esiti artistici dal titolo Sotto lo stesso manto. Gli abiti firmati dallo stilista d'alta moda Eloi Sessou saranno indossati per un'azione scenica corale firmata da Mariano Bauduin e ispirata ad un'antica icona dimenticata della città di Matera, la Madonna del Terzo Settore.
Un moderno "poema sinfonico" composto per l’occasione da Bouduin, eseguito dall’Orchestra di fiati di Grottole e dalla corale napoletana "per San Giovanni" celebrerà la diversità alla ricerca di una sua armonia: da una tammurriata per la Madonna, a una riorchestrazione della “Missa Luba”, concepita in forma afro-americana.
Sullo sfondo la grande tela seicentesca a cui è ispirato l’evento: la Madonna del Gonfalone, una madonna del manto speciale, icona materana dell’omonima confraternita. Sotto il manto in questo dipinto trovano spazio da un lato i confratelli, dall’altro i “raccomandati”: i poveri, gli ultimi, che la confraternita aiuta e “raccomanda” alla Madre.
Un allestimento che rievoca l'azione scenica sarà installata e visitabile fino al 24 marzo nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, nel complesso del Museo diocesano, dove sarà anche possibile vedere la tela originale a cui è ispirato l'evento.
L'evento darà il via al restauro della grande tela della "Madonna del Gonfalone", finanziato dalla cooperativa sociale il Sicomoro.
Tutte le info sul progetto, sugli eventi di Silent Academy e su come partecipare ai prossimi laboratori sono consultabili sul sito di Matera 2019 e sul sito de Il Sicomoro nelle sezioni dedicate al progetto.
Con Silent Academy proviamo a raccontare una storia diversa dell’immigrazione, a proporre una nuova narrazione fatta di opportunità e non di rancore, di umanità e non di divisioni. La cultura appartiene a tutti. E Silent Academy ci dice proprio questo.
Con Humana Vergogna si chiude la prima grande fase de La Poetica della Vergogna

Raccontare la storia di un riscatto attraverso il linguaggio performativo e teatrale per dimostrare che spesso è proprio capovolgendo il lato della vergogna e della vulnerabilità che sblocchiamo il nostro potenziale.
È questo l’obiettivo pienamente raggiunto da La Poetica della Vergogna, il progetto coprodotto da #reteteatro41 con il coordinamento di Franco Ungaro e la direzione artistica di Antonella Iallorenzi della Compagnia teatrale Petra. Quest’ultima è, insieme alla Compagnia teatrale L’albero, IAC Centro Arti Integrate e Gommalacca Teatro, socio fondatore di #reteteatro41, organismo di indirizzo culturale che sviluppa sistemi di rapporti e sostiene pratiche verso territori, istituzioni ed altri operatori, a livello regionale, nazionale e internazionale.
Seguendo le linee guida del dossier per il tema Continuità e Rotture di cui il progetto fa parte, La Poetica della Vergogna ha meditato sul fardello della vergogna come impulso positivo per un processo collettivo di autoanalisi, autocritica e auto-perfezionamento che genera nuova forza e maggiore ottimismo nel futuro.
Un tema importante che si fonda sul presupposto che analizzando la vergogna, sentimento che ha riguardato la storia di Matera come quella dell’intera Europa, si possa ribaltarne il significato, attivando un dialogo fra culture diverse e mettendo in relazione l’Est e l’Ovest europeo per costruire uno spazio culturale comune e dai valori condivisi.
Humana Vergogna, la performance andata in scena dall’1 al 9 marzo (e in replica l’11 al Teatro Paisiello di Lecce) è il frutto finale di un lungo processo di ricerca e creazione artistica che ha trasformato la vergogna in bellezza: la vergogna del corpo, degli altri, della famiglia, del fallimento, del sesso, del diverso. Una live performance che ha portato l’arte tra le pareti del carcere di Matera e che fa riflettere con ingannevole leggerezza toccando i punti più profondi della nostra identità.
Una riflessione sulla parola “vergogna” che parte da un’analisi intima dei performer ed esplode in un intreccio di corpi che riproducono tutte le sfumature del tema attraverso passi di danza, parole tuonanti e una colonna sonora tra pop e lirica. Fragilità quotidiane, umiliazioni e imbarazzi, vergogne private e collettive in uno spettacolo spumeggiante che mette nero su bianco un’analisi attenta e delicata sulle vergogne intime dell’uomo e sulle sue possibili visione poetiche.
La produzione ad hoc è stata affidata dalla rete a Silvia Gribaudi, che da anni lavora sull’imbarazzo di corpi “vistosi” liberandoli dagli stereotipi e dissacrandoli con la bellezza e Matteo Maffesanti. I performer, attori e ballerini, sono stati selezionati durante una lunga residenza artistica che ha avuto luogo a Skopje tra novembre e dicembre 2018: Mattia Giordano, Antonella Iallorenzi e Mariagrazia Nacci vengono dalla Basilicata, Simona Spirovska dalla Macedonia e Ema Tashiro dal Giappone. Al rientro dalla capitale macedone, gli artisti hanno iniziato a lavorare alla performance nel comune di Satriano di Lucania aprendo le porte del teatro alla comunità locale e confrontandosi con i cittadini e gli studenti per dialogare insieme sul tema della vergogna.
Humana Vergogna è il risultato di un percorso artistico teatrale, quello del progetto “La Poetica della Vergogna”, partito un anno fa con workshop tenuti presso l’Accademia Mediterranea dell’Attore a Campi Salentina (Lecce). In questa prima fase sono state lanciate call internazionali destinate ad attori, danzatori e performer per dare a giovani artisti la possibilità di formarsi all’estero e di contribuire con il proprio lavoro critico alla riflessione alla base del progetto.
Il primo workshop, è stato diretto dal regista Massimiliano Civica Premio Ubu 2016 e 2017 dall’8 al 12 maggio mentre il secondo si è tenuto dal 3 a 7 novembre con la direzione del regista Radoslaw Rychcik, tra le figure più rilevanti del teatro polacco.
Nella seconda fase del progetto, il processo di ricerca ha proseguito con ShameLab, un laboratorio condotto nella Casa Circondariale di Matera da Antonella Iallorenzi, socia fondatrice della rete, esperta in teatro sociale, dal 19 settembre al 23 novembre. Un percorso di riflessione avviato insieme ai detenuti per giocare con gli stereotipi legati alla parola “vergogna”, rompere gli schemi e liberare i pensieri. Un primo studio di ricerca conclusosi con una performance aperta al pubblico esterno. Un momento intenso e denso di spunti che ha visto insieme i detenuti e la comunità di Matera.
Nella terza fase del progetto a fine 2018 si è tenuta a Skopje, grazie alla collaborazione con partner provenienti dall’area dei Balcani, la residenza artistica per selezionare gli artisti della performance con un workshop di teatro danza diretto da Sharon Fridman, ballerino e coreografo di punta della danza contemporanea israeliana, e un workshop di drammaturgia diretto da Jeton Neziraj, drammaturgo già direttore del Teatro Nazionale del Kosovo, e Silvia Gribaudi coreografa, regista e performer.
Oltre ai workshop teatrali e alle performance, il lavoro di ricerca de “La Poetica della Vergogna” si snoda anche tra panel internazionali ai quali hanno contribuito personalità della scena culturale e teatrale balcanica ed europea. Il primo incontro si è tenuto ad inizio novembre a Matera per approfondire per approfondire la “vergogna” attraverso una riflessione multidisciplinare che ha analizzato il tema nel cinema, la letteratura, l’antropologia, la poesia, l’architettura grazie agli interventi di Mario Desiati, Mario Bianchi, Giuliano Geri, Misumi Misuki, Cristina Amenta, Stephanie Schwandner-Sievers e Fatos Lubonja. Il secondo si è svolto a Skopje per raccontare il legame tra la capitale macedone e Matera, oltre i confini nazionalistici e le vergogne, verso una Europa aperta ed infine il terzo, a Matera, a conclusione della prima messa in scena della performance, si è focalizzato sull’internazionalizzazione delle arti ed ha visto la partecipazione di direttori artistici e programmatori internazionali a sostegno della circuitazione dello spettacolo.
Termina così questa lunga fase di co-creazione insieme a #reteteatro41 nata da un lungo lavoro di capacity building che Matera 2019 ha messo in piedi per lasciare una legacy significativa che vada oltre l’anno della Capitale Europea della Cultura rinsaldando pratiche che restano sul territorio lucano.
Grande successo per i primi appuntamenti di Future Digs

Viviamo un tempo in cui le informazioni viaggiano velocemente e a volte superficialmente. La sfida di Future Digs è quella di stuzzicare una riflessione in profondità con alcuni tra i più autorevoli personaggi dell’era contemporanea: studiosi, storici, ricercatori e intellettuali del nostro tempo che riportano Matera al centro del dibattito culturale europeo.
Positivo il bilancio dei primi appuntamenti del programma che ha aperto con “Lezioni di cinema”, una serie di proiezioni e incontri organizzati in partnership con Lucana Film Commission.
Il 7 febbraio il Cinema Piccolo è stato il set di una riflessione partecipata sulla filmografia contemporanea dal titolo “Ieri. Andreotti e il cinema: i modelli produttivi nella prospettiva europea”. Uno show a tutto campo di Tatti Sanguineti, strepitoso mentore di questo ciclo, che ha coinvolto esperti e partner autorevoli come lo scrittore e giornalista Bruno Gambarotta e Paride Leporace, direttore della commissione di cinema lucana.
Una lezione di cinema che ha dimostrato come si può tenere assieme profondità e leggerezza con una conversazione che ha offerto ad un pubblico attento retroscena intriganti sul ruolo da protagonista del Divo nella storia del cinema del dopoguerra.
Il 9 febbraio abbiamo trasferito il bagaglio culturale di Future Digs a Casa Cava per inaugurare il ciclo “Lezioni di storia. Oltre i confini” organizzato in collaborazione con Editori Laterza che racconta l’eterna esigenza dei popoli di attraversare le frontiere geopolitiche e culturali nella trasformazione continua di sé e dell’altro.
Ad aprire la rassegna un fuoriclasse della divulgazione, Alessandro Barbero, intervenuto all’incontro Ai confini dell’Europa: da Adrianopoli a Poitiers sul tema delle grandi invasioni dal tardo Impero Romano all’irruzione sulla scena dei musulmani. Una lezione gremita ed un pubblico numeroso anche da casa grazie allo streaming dal canale Youtube (oltre duemila visualizzazioni).
Dopo l’esordio con lo storico Barbero, restiamo a Casa Cava (e in diretta streaming) anche sabato 23 febbraio per la lezione di Franco Farinelli, direttore del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Università di Bologna e presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani (Agei).
Abbiamo dialogato sull’evoluzione dei modelli spaziali utilizzati per la rappresentazione del mondo nell’incontro Ai confini della terra: da Colombo a Google. Come si riconfigura la nostra idea di mondo con l’avvento della Rete? E che cosa rappresenta il concetto di confine? Sono queste le domande a cui abbiamo cercato di dare risposta anche insieme ai ragazzi delle scuole presenti che hanno partecipato alla discussione e che in questo articolo ci raccontano come è cambiato, secondo loro, il concetto di confine.
Lezioni di storia è un’iniziativa in totale sintonia con lo spirito della capitale europea della cultura: guardare al passato con lo sguardo teso al futuro.
Dopo le Lezioni di Cinema e quelle di Storia, il 27 febbraio riapriamo il capitolo delle Lezioni di democrazia. Dopo il primo incontro a Milano, riparte da Matera “People have the power”, cinque appuntamenti organizzati in collaborazione con Fondazione Giangiacomo Feltrinelli per approfondire i processi di partecipazione dal basso.
Alla lezione dal titolo Democrazia è: il potere di realizzare moderata da Angela Mauro, giornalista dell’Huffington Post, sono intervenuti il sociologo Giovanni Moro, Michelangelo Secchi del Centro Estudios Sociais dell’Università di Coimbra, Elio Manti della Regione Basilicata e Silvana Kuhtz, Università degli studi della Basilicata.
Le lezioni di Future Digs non finiscono qui: per annullare la distanza tra cittadini e istituzioni chiamando a raccolta le intelligenze e le energie dei cittadini stessi ci diamo appuntamento al 6, 7 e 9 marzo per un’altra lezione di democrazia, cinema e storia.
L’8 marzo un appuntamento speciale aprirà l’anteprima materana di Biennale di Democrazia, la manifestazione culturale promossa dalla Città di Torino e realizzata da Fondazione per la Cultura Torino e Polo del '900 con il contributo di Compagnia di San Paolo e il sostegno di Intesa Sanpaolo. Per maggiori informazioni è possibile visitare il calendario ufficiale di Matera 2019.
Le capitali europee della cultura 2018

La Valletta (Malta) e Leeuwarden (Paesi Bassi) sono le Capitali Europee della Cultura del 2018. Vogliamo augurare loro un buon lavoro!
La cerimonia di apertura che inaugura ufficialmente l'anno da Capitale di La Valletta 2018 si terrà dal 14 al 21 gennaio.
Il tema centrale "Imagine 18" è un'entusiasmante opportunità per sperimentare l'identità culturale in nuovi contesti che spingono i confini e permettono a idee, dialoghi, creatività e innovazione di fluire liberamente. La Valletta 2018 vuole apportare cambiamenti nella mentalità, sfidare a sperimentare, a sollevare le aspettative sia come artisti che come pubblico, e abbracciare un cambiamento permanente per arricchire le vite culturali dei maltesi. Ciò avverrà incoraggiando la partecipazione dei singoli e delle organizzazioni dei diversi contesti della società.
Il programma include festival e spettacoli su scienza, arte, infanzia e gioventù, danza, teatro, gastronomia e molto altro. I concetti alla base degli eventi sono guidati da tre temi principali: "Storie di isole", "Barocco futuro" e "Viaggi".
La cerimonia inaugurale di Leeuwarden (Paesi Bassi) si terrà invece la settimana successiva il 26 e il 27 gennaio.
Il tema centrale "The iepen mienskip - open community" ha lo scopo di collegare i differenti tipi di comunità in tutta Europa, sia online che "nella vita reale". Con oltre 800 progetti, l'ECoC mostrerà una comunità eccentrica e impegnata, attenta alle idee, opportunità e sfide reciproche.
Il programma è articolato in tre temi. Il primo tema riguarda il modo in cui natura e cultura si relazionano tra loro nel senso più ampio. Il secondo tema si concentra sul rapporto tra città e periferia rurale. Il terzo tema riguarda il modo in cui le persone vivono insieme in questi luoghi e in che modo le diverse culture coesistenti comunicano e interagiscono.
Accanto al programma principale, Leeuwarden 2018 ha due programmi collaterali. Lab LWD paragonabile a una "cassetta degli attrezzi" per testare diversi tipi di piattaforme open che connettono le persone tra loro e Royal Friesian, un programma che esamina il passato, il presente e il futuro delle relazioni culturali import-export.