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Matera 2019 e Doppiozero, cinque saggi in e-book su scienza e arte

Arte e Scienza come prodotti dell’evoluzione biologica e culturale, come fonte reciproca di ispirazione e come canale significativo di comunicazione. Sono queste le dimensioni che il programma di Matera 2019 indaga per definire il rapporto tra cultura umanistica e cultura scientifica soprattutto attraverso uno dei temi del dossier di candidatura attraverso cui si snoda il programma culturale: Futuro Remoto. Un tema che rappresenta una riflessione sul rapporto millenario con lo spazio e le stelle, un rapporto che ripercorrendo anche i passi di Pitagora - uno dei residenti più illustri della Regione Basilicata - esplora l’antica bellezza universale della Scienza.
A partire da qui è nata Schisi, la collana di cinque e-book creata insieme a Doppiozero, la rivista culturale online diretta da Marco Belpoliti. I cinque saggi in ebook su scienza e arte sono curati da Agostino Riitano - project manager supervisor di Matera 2019 - e si focalizzano su cinque autori che rivolgono la loro attenzione su aspetti interdisciplinari, coniugando il rigore delle loro argomentazioni e una particolare cura alla leggibilità dei testi. Il primo volume è di Mario Porro e si intitola “Margini della scienza”. Il libro si può scaricare gratuitamente qui.
La collaborazione con Doppiozero sarà accompagnata da una pubblicazione al mese fino a settembre, quando saranno presentati al pubblico due progetti del programma culturale nei quali arte e scienza si fondono in maniera emblematica: Onda e Quantum Danza, per i quali le attività di Matera 2019 prevedono la prestigiosa collaborazione con le principali istituzioni scientifiche italiane ed europee tra cui ASI/Centro di geodesia spaziale di Matera, Trieste 2020 Città Europea della Scienza e CNR.
La collana parte proprio da una convinzione: tracciare una rotta tra le scienze umane e le scienze esatte.
La musica classica da Matera all’Europa

Quattro tappe in cui uno dei fiori all’occhiello della rinascita lucana, il Conservatorio “Egidio Romualdo Duni” di Matera, ha portato la sua musica nelle sale da concerto più prestigiose d’Europa fino a Salisburgo, la città di Mozart!
Per il progetto Duni Europa, prodotto con la Società Italiana della Musica da Camera, i musicisti del Duni hanno colto la sfida di rendere accessibile a tutti la musica da camera attraverso una serie di concerti internazionali inediti. Dopo il grande successo delle esibizioni del 30 aprile nell’Auditorium del Conservatorio di Matera, del 1 maggio nel comune di Ariano Irpino e del 3 maggio a Casale Monferrato nel suo meraviglioso teatro Municipale, l’orchestra si è esibita in uno dei templi mondiali della musica, il Mozarteum di Salisburgo. L’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Egidio Romualdo Duni” di Matera, diretta da Francesco Di Mauro, è stata protagonista di un concerto aperto e chiuso da due composizioni di autori lucani contemporanei: Antonello Tosto e Damiano D’Ambrosio.
Al concerto hanno partecipato come solisti Aiman Mussakhajayeva al violino, Adolfo Alejo alla viola, Chungwha Lim soprano e il duo pianistico Sergio Marchegiani e Marco Schiavo. Nel programma anche il Concerto per due pianoforti e orchestra in mi bemolle maggiore (KV 365), l’aria dal Don Giovanni (“Mi tradì quell’alma ingrata”) e la Sinfonia concertante per violino e viola in mi bemolle maggiore (KV 364) di Mozart e due brani della tradizione coreana, Dumulmori Arirang (Arirang of Love) di Geung-Soo Yim, e di Mukungwha Arirang di Deok- Ki Chung. A Matera è dedicato l’omaggio del musicista poliedrico Antonello Tosto - autore di musica per vari organici, compresa la banda - alla città nella quale ha studiato e insegnato. Ne Il Canto dei Sassi Damiano D’Ambrosio, compositore lucano e docente in numerosi conservatori di musica, parte dallo studio delle radici del suo territorio, attraverso la musica. Il sottotitolo, “Cartoline sinfoniche da Matera”, è una suite per orchestra e voce recitante nella quale la ricerca si unisce alla tradizione popolare.
In questo contesto di ricerca etnografica che unisce i popoli attraverso la musica si inseriscono i due brani della tradizione coreana. L’Arirang, canzone popolare coreana, è stata infatti iscritta anche nella lista dell’Unesco.
Duni Europa è un incontro di tradizioni musicali e culture che ha trovato la sua espressione proprio nel cuore della città-simbolo della musica occidentale.
I suoni, i colori e i profumi di Edible Orchestra portatori di un messaggio profondo

Un rassegna di concerti, performance live e presentazioni di libri dedicati al cibo inteso non solo come alimento ma come strumento di socialità e di creatività, come valore essenziale per il benessere e l’economia di una comunità che può determinare equilibri ambientali e stimolare la responsabilità di una società. Edible Orchestra ha offerto un programma di attività innovative protese alla divulgazione di questi principi che, con il coinvolgimento di artisti italiani ed europei, ha visto la partecipazione attiva dei cittadini.
La scelta iniziale del luogo destinato agli appuntamenti della rassegna era il mercato ortofrutticolo, un luogo di incontro simbolo dell’aggregazione spontanea nel quale è possibile scegliere ed esprimere posizioni e che ben si prestava al messaggio da trasferire. Il clima non troppo favorevole non ha fermato le attività ma purtroppo ha fatto sì che venissero trasferite tra il vicino Community Center di Matera 2019 e l’auditorium Gervasio.
Il 9 e 10 aprile il food designer Nick Difino ha condotto con decine di abitanti culturali e cittadini temporanei i workshop preparatori alla performance del giovedì Les Tableaux Mangeants, installazione costituita da elementi commestibili dove il cibo trascende il piatto e diventa tavolozza di colori con cui sperimentare e sedurre. Tre giorni in cui si è passati dal racconto dei cibi del ricordo e della tradizione a una selezione condivisa dei piatti da cucinare, da una lezione di storia dell’arte per condividere le nozioni essenziali alla scelta delle pietanze che rispondessero al tempo stesso al sentimento e all’estetica dell’opera.
A precedere la perfomance dell’artista, la presentazione del libro di Federico Valicenti Dalla tavola lucana al paradiso, una lettura da far decantare come un buon vino. Lo chef lucano ci ha parlato del cibo come metafora della vita e della condivisione perché a tavola per comprendere l’essenza dei piatti bisogna avere buoni compagni.
Il 12 aprile si ripete il format presentazione/performance con il giornalista Stefano Liberti che nel pomeriggio ci ha trascinato nel mondo della grande distribuzione organizzata con il libro scritto insieme al collega Fabio Ciconte “Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo”. Alle 20 Daniele De Michele in arte Don Pasta ha presentato UNITED FOOD OF MATERA, una performance multimediale originale basata sulle testimonianze di otto cittadini materani e sulla loro relazione autentica con il cibo e la cucina seguita da un “Cooking dj set”: vinili e pentole, mixer e minipimer per un dj set speziato di sonorità del mondo intero, tra il funk, il reggae, il Sud America e la Londra meticcia. Una performance in cui ci si lascia andare all’emozione del cibo, ai suoi profumi, colori, le sue forme, i suoi aromi.
Nella serata conclusiva di sabato 13 spazio all’evento di punta del programma, il concerto della Vegetable Orchestra, un esperimento unico al mondo nel suo genere. La peculiarità dell’orchestra viennese è di esibirsi unicamente con strumenti musicali fabbricati con frutta e verdura fresche che per Matera 2019 sono stati realizzati insieme ai cittadini temporanei.
Aiutati da trapani, coltelli e giravite, i musicisti e i cittadini hanno trasformato le carote in flauti o in xilofoni, i porri in violini, i ravanelli in sassofoni. Per il concerto materano è stato utilizzato un ortaggio d’eccezione, il peperone crusco, servito per introdurre una originale versione de “Le sacre du printemps” di Stravinskij rinominata dall’orchestra “Le Massacre du printemps”.
I suoni prodotti dagli strumenti vegetali sono eterogenei e insoliti e creano un universo estremamente ricco di sonorità (per non parlare dei profumi che invadono l’ambiente) che non potrebbero essere raggiunti con strumenti tradizionali. E l’effetto è sorprendente fin dalle prime note.
Ecco un po’ di numer sulle verdure utilizzatei: 30 melanzane, 5 cetrioli, 3 kg di fagioli secchi, 170 carote di diverse dimensioni, 2 cavoli, 10 verze, 3 grandi zucche, 20 porri, 5 mazzetti di prezzemolo, 5 mazzi di cipollotti, 25 ravanelli bianchi, e ancora 3 mazzi di insalate, 8 sedani rapa, peperoni grandi gialli rossi e verdi, cipolle e patate e zucchine.
Al termine del concerto durato circa un’ora, pubblico in piedi e lunghi applausi non solo diretti alla Vegetable orchestra che da 20 anni si esibisce in tutto il mondo, ma anche e soprattutto al loro messaggio: i prodotti della natura sono indispensabili per la comunità e vanno difesi ad ogni costo.
Gli ortaggi sono stati offerti per l’occasione da Coldiretti Basilicata e, dopo la performance, sono stati donati a Don Angelo, parroco della Chiesa di San Rocco, per produrre un grande minestrone per i più poveri.
Cerchiamo i cantanti della community opera Silent City

Un’Opera lirica composta con la comunità, una storia collettiva scritta a 150 mani che parte da un’indagine: il silenzio che racconta una rottura fortissima nelle vite degli abitanti della città dei Sassi, un tempo così abitata e chiassosa. È questa Silent City, una narrazione che parte dalle persone i cui interlocutori privilegiati sono i bambini e gli anziani, generazioni silenti a cui l’opera dà voce insieme a compositori, musicisti, scrittori, cantanti, attori, educatori teatrali e artisti internazionali.
Il progetto è co-prodotto dalla Compagnia Teatrale l’Albero , collettivo artistico diretto da Alessandra Maltempo e Vania Cauzillo, che ha già sperimentato nuove forme di creazione artistica per i nuovi pubblici dell’Opera. L’innovazione di Silent City parte da una sfida: portare l’Opera dove non c’è tradizione d’Opera né un teatro lirico. L’idea è di ricreare la necessità di un genere, ritrovare l’appartenenza ad un linguaggio, quello del teatro in musica, che sembra oggi lontanissimo dalle persone.
La comunità diventa compositore e riscopre l’Opera come genere in cui esprimersi, in cui poter addirittura riconoscersi. Un esperimento unico in Italia di Community Opera che coinvolge attivamente le comunità informali che si riallacciano a partire dalla memoria storica dell’abitare antico dei Sassi di Matera.
Ogni fase di costruzione dell’Opera (la storia, la musica, il libretto, le scene, i costumi) è stata aperta alla comunità partendo dalle storie raccolte dal drammaturgo Andrea Ciommiento, creatore scenico e curatore di progetti d’arte relazionale, che ha incontrato a Matera, Potenza e Melfi decine di bambini, le loro famiglie, studenti, giovani professionisti e cittadini over 60. Partire dalla memoria comune per costruire una storia collettiva: tre ragazzi del presente che un giorno fuggono nella parte dimenticata della loro città, un luogo antico e roccioso dove incontreranno il bambino del silenzio.
In una seconda fase il compositore inglese Nigel Osborne, pioniere nell’uso della musica per l’infanzia nei conflitti di guerra, Tommaso Ussardi, direttore dell’Orchestra Senzaspine e Ubah Cristina Ali Farah, librettista e poetessa italo-somala, hanno collaborato per la creazione delle musiche e del libretto dell’Opera lasciandosi ispirare dalle storie raccolte e rielaborate nei primi laboratori.
Dopo mesi di lavorazione sulla co-creazione dell’Opera lirica contemporanea e inedita, l’enorme processo di Silent City si avvicina ora alla sua fase conclusiva. Per la realizzazione dell’Opera la Compagnia Teatrale l’Albero, l’Orchestra Senzaspine e Opera Circus, partner di progetto, sono alla ricerca di cantanti residenti in Italia e in Europa che entreranno a far parte del cast di Silent City. I ruoli in concorso sono diversi e la scadenza per l’invio delle candidature è fissata al 5 maggio 2019. Nella call pubblicata sul sito della Compagnia è possibile trovare tutte le informazioni su come partecipare.
Gli artisti selezionati avranno l’opportunità di essere protagonisti di un progetto che veicola una cultura aperta in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perché accessibile a tutti; aperta nei confronti dei pensieri e delle sensibilità; aperta perché fondata sul dialogo con i luoghi e le comunità.