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Parte il countdown per la grande festa 'Open Future, Together!'

L’anno di Matera Capitale Europea della Cultura sta per terminare, ma gli appuntamenti speciali non sono ancora finiti.
19 giorni, 19 ore e 19 minuti di spettacoli teatrali, performance musicali e di danza digitale, laboratori a cura di Samsung, mostre e un festival dedicato interamente all'incontro tra cultura e digitale, uno dei temi centrali del dossier di candidatura che guarda al futuro come eredità di questo percorso straordinario.
L'Open Culture Festival prevede una serie di iniziative dedicate alla cultura digitale, all’innovazione tecnologica, ai temi caldi per l'offerta culturale del futuro con esperienze interattive, giochi multimediali, intrattenimento e le testimonianze dei più importanti player del mercato digitale.
Il conto alla rovescia ci accompagnerà ogni giorno fino ad arrivare al 20 dicembre con la grande festa Open Future, Together! con grandi nomi della musica internazionale che si esibiranno in Cava del Sole alla presenza di un pubblico caloroso e festoso.
Per conoscere tutte le modalità di accesso agli appuntamenti dall’1 al 20 dicembre consulta il programma 'speciale countdown' su Matera Events e segui i canali Facebook, Instagram e Twitter di Matera 2019.
Buon futuro aperto a tutti!
Gardentopia, residenze artistiche per riflettere sui beni comuni

Sono 32 le residenze artistiche che hanno interessato e continuano a interessare la Basilicata, nel quadro, più ampio, del progetto Gardentopia. Artisti singoli e collettivi stanno attraversando i giardini, gli orti e, più in generale, lo spazio pubblico della regione per riflettere, insieme ai cittadini, sulla loro funzione, cercando di tradurre in pratica virtuosa il concetto di bene non più pubblico, ma comune.
Esistono diversi format nei quali le residenze artistiche si sono declinate, da quello laboratoriale, più breve, a quello che ha indagato il patrimonio anche immateriale del territorio, sino a quello, necessariamente di più largo respiro, che ha trasformato lo spazio pubblico nei luoghi esplorati dagli artisti.
Nel modello laboratoriale di residenza, sono stati realizzati workshop con target specifici che non hanno investito l’aspetto dello spazio fisico. Una conoscenza è stata trasferita o messa in rete dall’artista ai cittadini, i quali, a loro volta, ne hanno trasferite altre all’artista stesso. È il caso, solo per citare un esempio, della residenza di Otobong Nkanga a Casino Padula, a Matera, e a Pietragalla.
Diverso, invece, il format utilizzato nelle residenze di Martina Muzi e Nomedas and Gediminas Urbonas, rispettivamente a Sasso di Castalda e Vaglio Basilicata, più lunghi dei precedenti, nei quali si è attivata una ricerca sul campo attraverso i cittadini, con al centro non soltanto l’orto o il giardino comunale, ma l’intero territorio del paese. Lo studio e la rielaborazione del patrimonio materiale e immateriale sono stati un mezzo per ridare centralità al territorio, lasciando in eredità ai cittadini un spazio comune in continua evoluzione e mai compiuto.
Il terzo e ultimo modello delle residenze di Gardentopia ha, infine, ragionato sulla trasformazione dello spazio pubblico. Artisti e architetti del paesaggio hanno immaginato nuove forme di gestione dei beni comuni, riflettendo anche sulla sostenibilità degli spazi. Due esempi di questo approccio sono state le residenze di Volumezero a Montemilone e Lavello e di Luigi Coppola a Casino Padula a Matera.
Il ciclo delle residenze di Gardentopia sta per avviarsi a conclusione. La riflessione sui nuovi modi di pensare lo spazio comune certamente continuerà.
Fusion Urban Games Festival a Matera dal 31 ottobre al 2 novembre

Dal 31 ottobre al 2 novembre con 15 giochi diversi più di mille cittadini di tutte le età hanno avuto l’opportunità di esplorare angoli segreti della città, cercare indizi, risolvere misteri, cooperare e combattere, sfidando altri giocatori e provare ad essere vincitori. Fusion Urban Games Festival ha ridato nuova vita agli spazi urbani grazie alla realtà virtuale ma anche alla riscoperta dei giochi tradizionali, grazie all’incontro con fantasmi, alle bambole di porcellana e a personaggi bizzarri alla ricerca di gemme e code, al mistero della morte del conte Tramontano, alle missioni ecologiche e alla poesia urbana.
Tre giorni di puro divertimento hanno caratterizzato il festival prodotto con Plovdiv 2019, l’altra Capitale Europea della Cultura e all’interno del più ampio programma congiunto di attività “Plotera weeks – Plovdiv and Matera together for an Open Future”. I giochi sono stati pensati da un team di game designer selezionati tramite una chiamata pubblica rivolta a tutta Europa e che ha premiato progetti provenienti da Russia, Polonia, Bulgaria, Germania, Inghilterra, Slovenia, Romania e Italia. Fusion Urban Game Festival sin dalla prima giornata ha avuto come terreno di gioco anche le zone periferiche di Matera tra cui Serra Venerdì per il gioco dedicato all’ecologia “Clean Game” e il quartiere di Agna Le Piane a Casino Padula, sede dell’Open Design School dove è stato anche allestito uno dei due Village dedicati all’evento. Qui con uno speciale set VR i partecipanti si sono potuti immergere nella realtà virtuale, mentre con gli smartphone hanno dato la caccia ai fantasmi di personaggi leggendari. Non sono mancate anche sessioni di antichi giochi sconosciuti ai nativi digitali. Negli stessi giorni, un’altra parte del Village è stata realizzata in Piazza San Francesco, punto nevralgico da cui sono cominciati i percorsi di alcuni giochi ma anche infopoint per cittadini temporanei e non, da cui effettuare la registrazione ad alcuni giochi e trovare materiale informativo e promozionale sulla Capitale Europea della Cultura gemella, Plovdiv 2019. Tra i vari giochi proposti "Detective tra i Sassi", un avvincente gioco per gli appassionati del "giallo" che attraverso una serie di indizi hanno dovuto scoprire il responsabile della morte del conte Tramontano, avvenuta nel 1514. Ma anche "Red lady's case", il "Puzzle narrativo" e il "Poema urbano", che hanno coinvolto in maniera travolgente i partecipanti al festival dei giochi urbani. Anche l’urban game Penombra, una versione “internazionale” del progetto coprodotto con l’associazione “Il Vagabondo”, ha regalato emozioni attraverso un viaggio nel futuro distopico di una Matera dell’anno 2119 trasformata, divisa e sotto una minaccia misteriosa.
Il Festival dopo l’edizione di Matera si è svolto anche a Plovdiv dall’8 al 10 novembre, confermandosi per le due città un importante strumento di attivazione sociale e di inclusione territoriale.
Il Paese di Cuccagna, la quarta mostra di I-DEA

Storie, leggende e personaggi fantastici sono tornati a vivere nella quarta mostra di I-DEA “Il Paese di Cuccagna” curata da Navine G. Khan-Dossos e James Bridle. Un progetto artistico che parte dal ricchissimo patrimonio archivistico della Basilicata per raccontare il ruolo dell’immaginazione nelle nostre vite. La mostra, inaugurata il 18 ottobre nell’hangar di Cava Paradiso, testimonia la grande vivacità dei contenuti storici che animano Matera e la
Basilicata e di come ancora oggi questi abbiano un grande impatto sulle nostre vite. Dagli strumenti musicali costruiti con il legno degli alberi alle pelli, ai green screen dei set cinematografici, la quarta mostra di I-DEA ha evidenziato i tanti simboli del territorio e i suoi significati. Dall’asino Nicoletta, simbolo delle proteste antinucleari a Scanzano e ritratta da Tony Vece in diverse fotografie presenti in mostra, ad alcuni manufatti inseriti nell'allestimento realizzati dai cittadini nei laboratori di cartapesta coordinati dall'artigiano Raffaele Pentasuglia. Navine G. Khan-Dossos e James Bridle hanno inoltre lasciato nell’allestimento - a cura di Elisa Giuliano, Martha Schwindling e Antonio Elettrico per Open Design School - alcuni preziosi elementi delle mostre precedenti, tra cui gli intagliati di Lionetti e i filmati di Luigi di Gianni. Dopo “Il Paese di Cuccagna” I-DEA dal 18 novembre si prepara a una nuova fase di transizione prima di ospitare la quinta e ultima mostra del 2019: “Abitare gli archivi: Vita, movimento, raccolto”. L’ultima tappa del progetto con la mostra a cura di Pelin Tan & Liam Gillick. Un progetto sugli archivi scelti nell’ambito della ricerca condotta dalla curatrice e dall’artista, entrambi di fama internazionale, e inquadrati all’interno di un approccio critico nei confronti del modernismo e in linea con la storia del territorio dagli anni ’50 ad oggi.
“Il paese di Cuccagna” è una mostra che attinge all'antico, al vivente e al futuro. Animati dallo spirito di Cuccagna, i curatori hanno riunito piante antiche e falsi contemporanei, documentari prebellici e moderni successi, cornamuse e satelliti, scienza e rituali, con l’intento di mostrare i molteplici modi in cui la ricchezza del presente immette nuova vita nel passato.
La mostra ha coinvolto tanti archivi provenienti dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dall’Archivio di Etnomusicologia, dall’Agenzia Spaziale Italiana, dal Centro di Geodesia Spaziale Giuseppe Colombo, dall’Archivio Domenico Notarangelo, dall’Archivio Luchino Visconti, dalla Fondazione Gramsci, dall’Archivio di Stato di Matera, dalla Collezione privata Alberico Larato, dalla Collezione Privata Gianfranco Lionetti, dalla Collezione privata Nicola
Scaldaferri, dal Consorzio di Bonifica della Basilicata, da e-GEOS, dalla Fondazione Cineteca di Bologna NASA, dai Volontari della Parrocchia B.V.M. del Carmelo, da Wikimedia commons e da Titanus Film. Inoltre, è stata realizzata appositamente per la mostra una fontana con una scultura di cucù disegnata e creata da Francesco Mitarotonda.