Matera 2019

Plovdiv: la periferia d’Europa

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Poche volte capita di sentire il calore della terra natia e di sentirti a casa in un terra che non è la tua. A Plovdiv è successo.
Plovdiv, l’antica Filippoli e antica capitale della Bulgaria (come più volte ci ha tenuto a precisare la nostra guida Nikola), è un grosso centro cittadino nella zona sud della nazione, città di contatto tra Bulgaria, Grecia e Turchia. Seconda città bulgara per popolazione, è permeata di un senso di malinconia, quella malinconia tipica che traspare dalle architetture e dai volti della gente che ha sofferto e patito, che vede la luce dopo un lungo periodo di buio.

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L’est Europa ha conosciuto anni difficili, a causa l’occupazione ottomana e dell’occupazione russa; per causa di quegli stessi russi che hanno respinto i Turchi fino ad Istanbul, regalando alle popolazioni balcaniche una parvenza di libertà. Ce lo ricorda Alyosha, il gigante custode della città, una imponente statua di granito che guarda Plovdiv dalla cima di una collina a pochi chilometri dal centro cittadino.

È una città estremamente affascinante, che ha attraversato la storia e che porta testimonianza di tutti i popoli che l’hanno abitata. Una città grande ma che resta semplice e pura, culturalmente viva e artisticamente molto interessante. Ma resta apparentemente isolata come lo è un quartiere di periferia: la periferia d’Europa.

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Siamo andati in Bulgaria per creare un ponte tra due terre così lontane eppure così vicine tra loro che si rispecchiano entrambe nel concetto di periferia isolata e fiera.

Il nostro primo contatto l’abbiamo avuto con i nostri rispettivi colleghi Bulgari, Tanko Karsarov e sua moglie Miroslava Katsarova. La loro Associazione culturale si occupa di organizzare uno dei più importanti Jazz Festivals Bulgari, per l’appunto il Plovdiv Jazz Fest, che si è inserito di diritto nell’ambito delle manifestazioni “adottate” dalla Fondazione Plovdiv 2019. Un festival che sposa perfettamente lo slogan della città e della Fondazione, “together”, una visione rivolta ad una produttiva integrazione di passato e presente, di gente e di culture, che elimini i confini e le diversità, in nome di una mutua, pacifica tolleranza che vede il primato dello sviluppo culturale, anche attraverso i mezzi delle tecnologie, sempre più imprescindibili nel tempo presente.

E’ proprio questa la sensazione che ci ha accompagnato durante la nostra permanenza, dalla condivisione del pranzo presso il ristorante Hemingway in compagnia dei vari artisti, per finire con le scatenate jam sessions presso il Bee bop cafè al termine dei concerti.

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Un festival pieno e variegato che ha alternato a grandi musicisti d’oltreoceano (Jason Moran e Joshua Redman tra tutti), altrettanto grandi artisti locali (Antony Donchev, Hristo Yotsov, Arnau Garrofe), segno della frizzante energia e vitalità che permea la città e che, naturalmente, non manca di estendersi anche oltre i confini cittadini. L’enorme palla rosso fuoco, simbolo e logo del festival, che ha campeggiato immancabile alle spalle dei vari musicisti saliti a calcare il palco del bellissimo centro culturale “Boris Hristov”, recuperato alla città, bene simboleggia la forza, l’energia e la determinazione di Plovdiv nel voler mettere a frutto questa grandissima opportunità.

Proprio al fine di porre le basi di una collaborazione fattiva, attraverso l’aiuto di Tanko Karsarov, “patron” del festival, ed Evgeni Dimitrov, manager di BulFoto, internet-agenza fotografica e giornalistica basata a Sofia, abbiamo preso contatti con alcuni artisti locali, per verificarne il fattivo inserimento nell’ambito del progetto “Suoni del Futuro Remoto”, di cui l’Onyx Jazz Club è project leader.
Una significativa disponibilità ci è stata fornita anche dalla stessa Fondazione Plovdiv 2019, nella persona di Reneta Georgieva, cui abbiamo rappresentato a grandi linee il nostro progetto e la nostra “idea” di collaborazione/integrazione con artisti del luogo.

Onyx Jazz Club

Raccontare il paesaggio attraverso i suoni.

Tell the landascape through the sounds.

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L’8 e 9 Novembre 2017 l’Onyx Jazz Club Matera ha ospitato in città i partners relativi alla prima fase embrionale del progetto “Suoni del Futuro Remoto, Gezziamoci Festival”.
L’obiettivo era quello di incontrarci tutti, una prima volta, per capire insieme come continuare la progettazione delle fasi che avrebbero portato alla nascita del progetto stesso.

L’incontro ha visto la partecipazione di:
- Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo (CN);
- Comune di Saluzzo (CN);
- Rappresentanti della piattaforma artistica belga Overtoon, con sede a Bruxelles;
- Associazione culturale Art.ur con sede a Cuneo,
- Fondazione Matera-Basilicata 2019.

Naturalmente l’invito è stato esteso a tutta la cittadinanza, compresi ad alcune docenti dell’Università di Basilicata, con le quali abbiamo avviato una collaborazione nelle settimane seguenti all’incontro.
L’evento è stato ospitato da Casa Cava, luogo emblematico della rinascita della città di Matera e del nuovo filone culturale che sta prendendo forma in città.

Durante l’incontro l’Onyx Jazz Club ha avuto modo di far conoscere alla comunità il lavoro che la Fondazione sta svolgendo in collaborazione con la scena creativa locale e, allo stesso tempo, quello che l’Associazione si prefigge di realizzare con “Suoni del Futuro Remoto”.
La risposta del pubblico è stata ottima, coinvolto dalle tematiche affrontate ed affascinato da questo nuovo modo di raccontare il territorio attraverso i suoni che l’Onyx cerca di introdurre anche alle nostre latitudini.
Ancora l’Onyx ha avuto modo di confrontarsi con i partners, grazie ad una serie di tavoli tecnici organizzati durante le ore di permanenza a Matera degli ospiti, capendo insieme i punti di forza e quelli critici del progetto, scambiandoci idee e soluzioni.

Gli ospiti, naturalmente, sono rimasti affascinati dalla città e dallo spirito con cui Fondazione ed Associazioni si stanno avvicinando all’anno 2019.

Relazione programma Go&See - Vienna 12-16 dicembre 2017

Dal 12 al 16 dicembre 2017, una delegazione dell’Onyx Jazz Club di Matera, Project Leader per il progetto di Co-Progettazione “I suoni del futuro remoto”, formata dal Presidente dell’associazione materana il Dott. Luigi Esposito e del consigliere del sodalizio musicale il Sig. Raffaele Lamacchia, per il programma Go&See, finanziato dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019, si sono recati a Vienna, per incontrare e discutere con i partner austriaci per progetto che candideremo alla Fondazione e delle varie fasi di lavoro che seguiranno il programma nelle fasi di accompagnamento al 2019.

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Sono stati tre giorni intensi, ricchi di incontri, visite e scambi di idee con i l mondo culturale e creativo viennese, che ha arricchito molto le nostre conoscenze ed è stato fondamentale per definire meglio i vari ruoli e arricchirla con altre partnership e conoscere il giovane panorama artistico delle Università di Linz e di Vienna.

Arrivati a Vienna, in treno, la sera di martedì 12 dicembre 2017, dal giorno mercoledì 13 dicembre abbiamo iniziato la nostra attività di stringere relazioni e ponti tra la capitale austriaca e la Capitale europea della Cultura, Matera, del 2019.

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Da subito ci è sembrata la città ideali e piena di assonanze con la città dei Sassi. Elegante, città UNESCO, con tanta musica sia fuori, tra le piazze e le strade che all’interno dei famosi teatri della Musica.

Il nostro contatto a Vienna è stato il Prof. Architetto Angelo Stagno, che, nella mattinata di mercoledì 13 dicembre, ci ha illustrato l’architettura e le varie stratificazioni della città, l’assetto sociale e l’aspetto naturalistico del territorio. Nel pomeriggio nel quartiere Messe Prater, polo fieristico ed universitario di Vienna, presso il WU-Campus (Wirtschaftsuniversität Campus), una piccola cittadina, progettata a Vienna dalla celebre designer anglo-irachena Zaha Hadid che può ospitare tra i 23mila e 25mila studenti, dove le piazzette e vialetti diventano importanti punti di ritrovo e di raccordo e ogni slargo ha un suo tema e una sua personale conformazione e anche le piante che adornano le aiuole sono state scelte in base alla loro diversa stagionalità e fioritura, abbiamo lavorato sul progetto e sulle proposte da fare ai nostri partner di progetto, le strategie e sulle fasi e tempi.

Il pomeriggio è stata anche l’occasione per visitare uno dei numerosi Musei della capitale, l’Albertina, Museo di arte grafica (uno dei più ricchi al mondo), per ammirare e prendere spunto sulle numerosi istallazioni artistiche e la loro presentazione.

In serata eravamo attesi al Musikverein, che detiene il titolo di auditorio con la maggiore acustica di tutta l’Austria, per assistere all’esibizione dei celeberrimi Wiener Philharmoniker. L’esperienza ci ha aperto un mondo sull’acustica e sulla gestione di spazi destinati alla musica e alla preparazione di grandi eventi.

Il giovedì 14 dicembre si è tenuto il meeting di lavoro con i nostri partner di progetto.

Al Tavolo di lavoro erano presenti, oltre ai due rappresentanti Onyx, il Prof. Arch. Angelo Stagno, anche la Prof.ssa Andrea van der Straeten del Dipartimento di Arte Sperimentale (Experimentelle Gestaltung) della Kunst Universitat Linz, il Dr. Johann Groiss, musicologo e docente della Musik Universitat Wien e giornalista-conduttore radiofonico dell’emittente della prima radio nazionale ORF, studenti dell’Università di Vienna, Isabella Forciniti e Philip Rabelsberger. Il lavoro è stato subito intenso e propositivo, che ci ha portato a rivedere in parte le fasi e si sono gettate le basi per una possibile calendarizzazione delle attività con le delegazioni universitarie a Matera per la fase di campionamento e di installazioni/performance artistiche nei luoghi. La ORF si è resa disponibile a partecipare al progetto come partner attivo nella produzione e promozione dell’evento.

Gli incontri sono continuati anche in serata con un gruppo internazionale di architetti nella studio dell’Arch. Ruffo Wolf, dove abbiamo parlato di cultura, Matera 2019, del nostro progetto e della possibilità di organizzare un ciclo d’incontri sull’architettura e gli spazi a Matera, portando grandi nomi dell’architettura contemporanea.

Venerdì 15 dicembre è stato il nostro ultimo giorno a Vienna, dove ne abbiamo approfittato per la visita ad uno dei Jazz Club più importanti della capitale austriaca, Jazzland, prendendo contatti con vari gruppi che si esibivano dal vivo.
Il rientro è stato sempre in treno la sera, facendo Vienna-Venezia, Venezia-Bologna e Bologna-Bari, arrivando il 16 dicembre.