
Dal Piano Mattei al Patto UE: Matera ponte tra le sponde
C’è una linea che unisce Roma, Tetouan, Matera e Bruxelles, fatta di cultura, diplomazia e visioni a lungo termine. Il 16 ottobre 2025, da due fronti distinti ma convergenti, sono giunti segnali chiari: la cooperazione culturale euromediterranea non è più un auspicio, ma una priorità.
Da un lato, l’incontro tra il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e Mehdi Qotbi, presidente della Fondazione dei Musei del Marocco; dall’altro, la presentazione da parte della Commissione europea del nuovo Patto per il Mediterraneo. Entrambi i momenti hanno messo al centro la cultura come strumento di cooperazione e sviluppo condiviso tra le sponde del Mare Nostrum.
“La cultura è un pilastro dell’amicizia tra Italia e Marocco. Lavoriamo per sviluppare la cooperazione culturale e per sostenere Matera e Tetouan, Capitali Mediterranee della Cultura e del Dialogo nel 2026”, ha dichiarato Giuli al termine dell’incontro. Il governo italiano intende rafforzare le relazioni culturali euromediterranee anche in coerenza con la visione strategica del Piano Mattei per l’Africa, promuovendo iniziative che coniughino patrimonio, creatività contemporanea, scambio di competenze e formazione. È in questa cornice che si inserisce la disponibilità del Marocco a contribuire concretamente al programma culturale di Matera e Tetouan, a partire da mostre congiunte, programmi di cooperazione museale e scambi nell’ambito del restauro e della valorizzazione del patrimonio archeologico.
Nel frattempo, da Bruxelles, la Commissione e l’Alto Rappresentante Kaja Kallas hanno annunciato un ambizioso piano d’azione per rafforzare i legami tra l’Unione Europea e i Paesi del Mediterraneo meridionale. Il Patto si fonda su principi come la co-creazione, la corresponsabilità e la cotitolarità, e punta su progetti concreti in grado di generare impatti reali per le comunità, con un’attenzione particolare a giovani, donne e piccole imprese. Tra le iniziative prioritarie rientrano una nuova università mediterranea, un meccanismo europeo per il patrimonio culturale, azioni per rilanciare il turismo sostenibile e la mobilità culturale, ma anche investimenti sull’economia blu, la digitalizzazione, l’energia rinnovabile e la sicurezza condivisa.
In questo scenario, Matera – prima città italiana ad aver ottenuto il titolo di Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo – si prepara al 2026 con un programma ispirato proprio a questi assi: la cultura come leva di trasformazione sociale, la cooperazione come metodo, il dialogo come orizzonte. Non è una narrazione da costruire da soli. È un cantiere che si apre alle reti istituzionali e culturali dei due Paesi promotori, Italia e Marocco, e alle strategie europee che, dopo Barcellona 1995, trovano oggi nuova concretezza e direzione. In un tempo segnato da fratture e incertezze, investire in cultura significa tornare a credere nel Mediterraneo come spazio vivo, abitato, generativo.





