Matera 2019

Cominciamo dalla fine: Francesco Rosi che ci incanta con i suoi racconti di decenni di storia del cinema italiano, in gran parte passata anche attraverso i suoi film. Il suo rapporto viscerale con Matera ("una cittá che ho nel cuore"), storie di attori e di location impossibili. Prima di lui Ascanio Celestini ci aveva tenuti inchiodati con le sue storie surreali e sempre amare, sul fondo, nelle quali l'uomo perde sempre, schiacciato da forze enormi, incontrollabili.

Diciamo anche che Materadio, giunta alla sua terza edizione, é una manifestazione policentrica e corale, nella quale é difficile riuscire a seguire tutto, e dar conto di tutto. I materani lo sanno e riescono a differenziare i loro interessi in modo da poterci essere, ogni anno piú numerosi, dappertutto. Tante per esempio le persone che nel pomeriggio seguivano, nella tensostruttura di Piazza Vittorio Veneto, i racconti delle donne de L'Aquila narrati da Ilaria Iacoviello. "Donne che non tremano", foto - di Giampiero Corelli - e interviste a chi é sopravvissuto 23 ore sotto le macerie, a chi ha ricominiato, a chi, amaramente, si é arreso.

Durante la messa in onda di Farenheit, cuore della giornata di Radio Tre, Marino Sinibaldi ha interrogato i direttori di alcune delle cittá candidate a diventare Capitale Europea della Cultura per il 2019: Perugia, Pisa, Siracusa, Matera. Con due interlocutori d'eccezione: il prof. Montanari, autore di "Costituzione incompiuta", che ci ha ricordato che il nostro secolo è quello nel quale si ribalta il concetto per il quale le produzioni artistiche pagate da tutti (attraverso una tassazione implacabile) vengono poi fruite da pochissimi (l'élite aristocratica committente); e Oscar Farinetti, il creatore di Eataly, che ha smontato spietatamente i claim delle candidature appena descritti, e poi ci ha esaltato ricordandoci di mettere sempre - come ha fatto Eataly - l'uomo al primo posto dei nostri progetti.

foto: Raffaella Pontrandolfi