Matera 2019

Residenze Matera 2019

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Project Leader/Coproduzione/Ecc.:

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ARCI Basilicata Comitato Regionale

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Campo aggiuntivo 5:

Credits foto: Raffaele Petrozza

Il progetto promosso da Arci Basilicata in collaborazione con Arci nazionale, prevede la realizzazione di una residenza con l’obiettivo di costruire una narrazione visiva del paesaggio rupestre tra Matera e Montescaglioso. Attraverso un’open call internazionale lanciata in collaborazione con la BJCEM – Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo, verranno selezionati tre artisti under 35 attivi nell’ambito del disegno, della grafica e dell'illustrazione under 35 che saranno ospitati a Matera per un mese con lo scopo di costruire, attraverso un bagaglio di suggestioni, racconti e narrazioni storiche o immaginarie, un piccolo atlante del paesaggio rupestre che separa Matera da Montescaglioso. 

Il paesaggio della Murgia materana è popolato da innumerevoli luoghi di culto scavati nelle roccie, per secoli popolati da gruppi religiosi, pellegrini ed eremiti. La relazione secolare e la coabitazione tra uomo e natura aspra costituisce un palinsesto di suggestioni notevole per la realizzazione di una residenza che si fonda sulla necessità di praticare il territorio per raccontarlo.  

La residenza sarà l’occasione per attivare un laboratorio di illustrazione con un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati accolti presso i progetti di accoglienza SPRAR gestiti da Arci Basilicata. La raccolta di storie ed immagini, di fantasie e di fiabe della narrazione orale, comporranno il background per la creazione di un piccolo atlante, una ricognizione di sassi, storie, leggende nascoste.

Azioni previste durante la residenza:

  • Prima fase della residenza degli artisti: orientamento, incontri con esperti del territorio e punti di riferimento della comunità locale
  • Camminate partecipate tra Matera a Montescaglioso. Si prevede di realizzare due camminate-laboratorio con la partecipazione di esperti del territorio (da antropologi a geologi, da naturalisti ad archeologi o semplici camminatori) e con un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati.

Gli esiti finali della residenza saranno oggetto di una mostra finale e di una progetto editoriale collettivo realizzato ad hoc dagli artisti.

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Associazione Culturale Terrarossa

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Partner di progetto:

Associazione culturale “La biblioteca rivellese”
Pro loco di Rivello
Patrocinio del Comune di Rivello
Anthea Engelhardt (operatrice culturale residente a Berlino)

Artisti:

Julia Milz

Davide Lo Cascio

Fotografie dal passato, immagini dal futuro: Gens - Mutazioni è un lavoro collettivo di recupero del patrimonio fotografico del comune di Rivello che si svolgerà nei mesi di luglio e agosto 2019 e culminerà in una mostra e in un vero e proprio album di comunità consultabile online. Il progetto è fondato sulla collaborazione e l’interazione tra gli organizzatori, i partner, l’artista o operatore culturale scelto e la popolazione di Rivello.

A Rivello, come in molti piccoli centri abitati è diffusa l’idea di aver avuto un passato glorioso contro un futuro che si mostra sempre più desolato. Vogliamo cogliere questo sentimento e volgerlo al positivo. Siamo partiti dalla constatazione di quanto, a partire dai social network, sia diffusa l’esigenza di condividere le immagini del passato. Il progetto mira a dare a questi episodi isolati lo slancio e la perseveranza per diventare autentici momenti collettivi, crediamo che la riscoperta e la narrazione del passato comune possano riportare i rivellesi a comprendere meglio il loro presente ed aprire una riflessione sul futuro della comunità.

Il lavoro principale verrà svolto dai due artisti internazionali che risiederanno nel centro storico di Rivello, la prima fase consisterà in un’opera di ricerca e analisi del repertorio fotografico indagando il lavoro svolto dai fotografi che hanno frequentato il paese nei decenni passati e chiedendo agli abitanti di aprire i loro album di famiglia. Saranno quindi scelti gli scatti più rappresentativi che possano costituire il primo capitolo di quest’album fotografico collettivo, digitalizzato e tramandabile.  Gli artisti, chiamati a questa prima attività, saranno a stretto contatto con la popolazione, entreranno nelle case e percorreranno i luoghi di cui le fotografie sono testimonianza. La fase di ricerca lancerà dunque la seconda fase durante la quale gli artisti raccoglieranno le testimonianze del presente immortalando volti, luoghi, paesaggi, storie.  

Da un’attenta osservazione di quello che è stato si può immaginare quello che sarà. Gli artisti inizieranno a porre e a porsi delle domande sul presente e sul futuro della comunità, futuro sul quale saranno chiamati ad uno slancio di creatività.  La residenza artistica terminerà con l’inaugurazione della mostra che racchiuderà tutto il lavoro svolto durante la residenza artistica. Tutto il materiale realizzato, grazie ad un’attenta opera di digitalizzazione, sarà consultabile grazie ad un sito internet dedicato anche dopo la chiusura della mostra.

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Associazione Al Parco Onlus

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Partner di progetto:

Ivy Tour di Scopica s.r.l.s.

Comune di Satriano di Lucania

Artisti:

Andrea Semplici, Italia

Klaas Hübner, Germania

Jonathan Frigeri, Belgio

Daniel Kemeny

Stefano Cuzzocrea, Italia

La radio da quaggiù è un articolato percorso che dall'esperienza fattuale (il fare manuale, il fare intellettuale) si indirizza all'essenza stessa della radio: la sua immaterialità. La radio è presente nello spazio, lo invade. Supera i confini ma non ha forma, riempie i vuoti.

Stefano Cuzzocrea e Daniel Kemeny, ideatori e curatori del progetto, coordineranno il lavoro degli artisti invitati, ognuno dei quali creerà due differenti opere: una specifica al proprio saper fare; e una nuova, in questo perdere i confini, rappresentata da un episodio radiofonico.

Mezzi, strutture, linguaggi sono liberi. Gli artisti hanno la possibilità di definire la forma a loro più consona: suoni trovati, field recording, registrazioni, suoni con/dal telefono, esperimenti vocali, suoni magnetici, radio magic, radio scultura, wireless happening, sound-art.

Lo scopo è quello di far interrogare gli artisti in residenza sulle possibilità, ancor oggi vive, di un mezzo considerato remoto, vecchio, tradizionale ma che, sempre, sa reinventarsi, sa creare futuro. Ed anche porgli una domanda: quali valori e quali connotazioni assume oggi ill concetto di "tradizione"? Quali "interferenze", dettate dal contesto specifico da cui ci muoviamo ed agiamo, hanno influenzato questa categoria del pensiero?

Le residenze si sviluppano circolarmente con il principio del passaggio delle conoscenze: uno scrittore scrive racconta e analizza il territorio, uno scenografo la trasforma in scena, un musicista suona questa scena come se fosse uno spartito. Insieme a loro, un nucleo fisso di due artisti, guiderà il lavoro radiofonico.

Questa materia così costruita che si poggia sull'esplorazione dei luoghi; la ritualità in parte dimenticata e quella nuova che aggrega "differenti comunità" (i giovani, gli anziani; chi è partito, chi è ritornato, chi non si è mai mosso); la tradizione che senza passione muore, confluiranno in uno spazio finale, conosciuto e condiviso che è il Boschetto Spera: un bosco di cerri da dove è rinato il Rumita, con la Foresta che cammina. Da dove è rinata una pratica tradizionale.

Il bosco, lo stare in un luogo che respira, accoglierà le stratificazioni delle differenti residenze, in particolare la scenografia/scultura vera opera di land art ed il concerto/dj set ed ospiterà una festa.

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Centro Carlo Levi

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Artisti:

Jorit Agoch

Il Centro Carlo Levi di Matera ha chiesto allo street artist partenopeo Jorit Agoch, ormai attivo in tutti i continenti, di passare due settimane di settembre a Matera per elaborare e dipingere un ritratto-icona di grandi dimensioni sulla testata cieca di un edificio di uno dei quartieri popolari della città. Il soggetto del ritratto sarà scelto insieme ad un gruppo di ragazzi del Liceo Artistico cittadino nel corso della residenza artistica. Dovrà essere una ragazza o un ragazzo che si sono distinti per il proprio impegno nel supportare una causa importante per la propria comunità. Trasformato in gigantesca icona, il suo ritratto potrà ispirare le giovani generazioni ad emulare il suo impegno.

Il progetto nasce da quella che avvertiamo come una necessità per tutto il mondo, ed in particolare per il Sud Italia, dove a problemi mai risolti come la disoccupazione giovanile e la presenza opprimente delle mafie, se ne aggiungono nuovi come lo sfruttamento brutale dei migranti nei campi, l’aumento del divario economico, i danni a paesaggio, ambiente e salute dovuti alla produzione industriale ed energetica. Davanti a tali questioni, purtroppo, si stenta a cogliere l’interesse da parte delle generazioni che vi si scontreranno presto o si trovano già ad affrontarli. Un altro chiaro indice di ciò è l’aumento dell’astensionismo alle elezioni, soprattutto tra i giovani.

Con l’incredibile facilità grazie alla quale un messaggio può oggi raggiungere milioni e milioni di giovani iperconnessi, potrebbe sembrare altrettanto semplice inviare loro input virtuosi e coinvolgenti. Eppure, le nuove generazioni sono per lo più distanti dalla politica, sempre meno scelgono di essere attivisti in campo sociale, pochi aspirano ad essere qualcuno in grado di cambiare davvero il mondo in positivo, preferendo ambire a diventare influencer. Giovani, belli e in grado di influenzare milioni e milioni di giovani, esercitano il loro potere per spingere i ragazzi ad acquistare determinati prodotti. 

Per questo speriamo che, attraverso l’arte di Jorit e di altri artisti come lui, possano nascere dei nuovi influencer in grado di spingere migliaia di ragazzi ad essere, anziché consumatori di prodotti, fautori ed attori protagonisti di una rivoluzione civica e sociale in grado di salvare il futuro delle nostre comunità.

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Soc. Coop. Synchronos

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Partner di progetto:

Il Sicomoro

Artisti:

Sandra Hauser

Il 27 settembre 2019 ricorre il centenario della nascita di Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919), una delle artiste italiane del secondo '900 più note al mondo. Negli spazi del MUSMA sono presenti tre sculture dell’artista sarda e due cancellate da lei progettate e realizzate da maestranze artigiane locali.
L'idea è di allestire una grande opera collettiva che coinvolga i cittadini, prendendo spunto dai numerosi interventi di arte pubblica organizzati e allestiti da Maria Lai nella sua carriera in collaborazione con diverse comunità della Sardegna e del territorio nazionale.

Il legame tra artista scelto per il progetto e comunità sarà rappresentato dalla tecnica artigianale della sartoria. La sartoria come metafora del tenere insieme rapporti consolidati dal tempo e ricucire legami interrotti.

Raffinatissime tecniche di tessitura sono conservate nei paesi della provincia lucana in cui sono state più continuative le commistioni con popolazioni provenienti dall’Oriente. Il progetto trae linfa dalla straordinaria continuità storica delle tradizioni che si sono succedute nel territorio e mette a confronto generazioni diverse: leggende e miti antichi, ancora nella memoria dei cittadini più anziani che li ricordano e raccontano in dialetto, diventano fonte di ispirazione dell’arte contemporanea.

Si prenderà inoltre spunto dalle tradizioni e dalle tecniche sartoriali dei cittadini immigrati, completando in questo modo il confronto tra artista e comunità.

Le opere d’arte collettiva consentono uno scambio di conoscenze, competenze e stati d’animo: l’artista rende lo spettatore partecipe del suo mondo e questi, a sua volta, nella veste di artigiano, lo rende partecipe della sua professionalità e competenza e, nella veste di fruitore dell’opera, mette a disposizione dell’artista sensibilità e desiderio di confronto.

“Qualcuno che ne carpisca il segreto” prevede il coinvolgimento di un artista contemporaneo che sappia utilizzare diversi linguaggi, dalla scultura alla pittura, dalla performance alla video-arte. Questo consentirà l’engagement dei cittadini nella produzione di un’opera di Arte pubblica vicina al proprio sentire di uomini contemporanei ma, nel contempo, ispirata alle leggende e ai miti del passato con cui essi hanno maggiore familiarità.

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Plus Pisticci laboratorio urbano sostenibile

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Artisti:

Diego Orlando 

Fatima Abreu Ferreira 

Annalisa Natali Murri 

Annalisa D’Angelo

Mariano Silletti 

Marina Di Tursi

InsideSouth è un progetto di residenza artistica di fotografia, finalizzato a comporre immagini sul non apparentemente visibile e a costruire uno strumento di riflessione collettiva sulla fragilità del territorio e di sperimentazione del possibile riuso del patrimonio edilizio storico, oggi in abbandono o sottoutilizzato. Con la fotografia si intende non documentare la trasformazione dei luoghi fragili in abbandono ma una riflessione sulle trasformazioni possibili per gli stessi luoghi. Si ha occasione di attivare un processo laboratoriale aperto nel quale diversi artisti (fotografi, curatori e photo editor), italiani ed europei, con un gruppo di esperti locali (PLUS) sperimenteranno nuove interazioni con gli abitanti, approfondendo con essi la conoscenza dei luoghi e della storia. La partecipazione di due fotografi locali, nonché la presenza del gruppo di lavoro dell’associazione proponente, favorirà l’integrazione con il territorio e l’accesso alle informazioni.

La residenza e le attività ad essa connesse si svolgeranno a partire dal 2 settembre fino al 5 novembre 2019. Ogni artista avrà una settimana di tempo per la fase di ricerca; una settimana sarà dedicata alla residenza young (per i giovani locali) e l’ultima settimana prevede la presenza simultanea degli artisti coinvolti che lavoreranno alla produzione della mostra finale, di una ricerca sugli archivi storici di famiglia ed una pubblicazione. Sono previste iniziative di coinvolgimento dei residenti.

Il progetto sarà sviluppato in maniera diffusa nei luoghi significativi del centro storico (le lammie) e nelle abitazioni che ospiteranno l’allestimento finale, attraverso eventi di narrazione e dialoghi sul paesaggio. Si tratta di spazi marginali, frugali nei quali tutta la comunità (oggi diffusasi nelle frazioni urbane e rurali) affonda le proprie radici: luoghi dove sono ancora visibili i segni delle frane che storicamente hanno determinato l’assetto socio urbanistico del territorio e la sua attuale frammentazione.

La residenza si svolgerà presso una abitazione nel centro storico di Pisticci. Presso la Biblioteca Comunale di Pisticci si svolgeranno attività di divulgazione, workshop con i cittadini e la fase di produzione degli output finali. Dall’indagine sulle fragilità del territorio e dei suoi abitanti, InsideSouth mira a stimolare la costruzione di una comunità che, consapevole delle proprie radici, si apre a nuove contaminazioni. Pisticci diventa luogo di sperimentazione di un metodo replicabile ed applicabile ai luoghi della Basilicata fragile, dell’Italia interna e in abbandono, le cui comunità si ricostruiscono co-costruendo una visione di futuro possibile per riabitare i luoghi e dare risposte nuove a bisogni antichi. 

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Associazione Supertramp

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GAT (Gruppo di Animazione Territoriale)

Cuore Basilicata

Comune di Viggiano 

Serival

Artisti:

Giulio Giordano 
Alessandro Nespolino
Fabio Folla
Saverio Calabrese

La “Comics storytelling” si configura come un nuovo modello di residenza artistica, finalizzato alla rigenerazione dei borghi montani attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale, delle identità locali e della comunità, filtrata attraverso lo sguardo di artisti fumettisti. 

Piccole storie che narrano il territorio della Val d’Agri, una “graphic novel” che guida alla scoperta dei luoghi più significativi del comprensorio valdagrino. Tra le finalità, la rivitalizzazione culturale dei luoghi e del tessuto sociale, attraverso l’attivazione di uno scambio tra la comunità locale che offre accoglienza e gli artisti ospitati per la progettazione e la realizzazione delle opere. Infatti l’interazione con gli abitanti del luogo in laboratori strutturati, favorirà la creazione della prima “Contemporary Art Map”, una guida-raccolta di storie nate dall’incontro tra l’arte del fumetto e alcune installazioni di arte contemporanea. 

Durante la residenza gli artisti avranno oltre alla disponibilità della location operativa anche spazi che faranno da cornice a iniziative culturali per un percorso di conoscenza e sperimentazione dei linguaggi artistici contemporanei interpretati in chiave fumettistica. La produzione di eventi e performance uniche forniranno visibilità internazionale al piccolo borgo grazie allo scambio con artisti provenienti dall’estero e consentirà la messa in rete delle risorse e delle identità dei luoghi attraverso forme d’arte contemporanee: un’occasione inedita per l’attivazione delle comunità attraverso la co-progettazione dell’evento e l’accoglienza e il soggiorno degli artisti; uno spazio di incontro e sinergia tra nuove e vecchie generazioni attraverso una riscoperta dei valori e della cultura locale espressa tramite un mezzo artistico in grado di rileggere il passato in chiave moderna.

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Associazione Terre Joniche Magna Grecia

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Artisti:

Matteo Nasini

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Curatrice

Nicoletta Guglielmucci

Il progetto Torre Stormita prenderà il via nel mese di agosto con l’invito rivolto all’artista romano Matteo Nasini a trascorre un periodo di residenza e progettazione artistica per l’antica Torre Bollita di Nova Siri.
La torre, interessante costruzione cilindrica situata a pochi metri dal mare, eretta nel 1520 per volere del Vicerè di Napoli a difesa dalle incursioni dei pirati turchi, è un simbolo per la città jonica di Nova Siri, un tempo conosciuta con il nome di Bollita. Qui, Matteo Nasini – con i membri dell’associazione e i proprietari del sito – ha avviato una fase di ricerca e conoscenza del bene che porterà alla realizzazione di un’opera site-specific per la Torre.
Partendo da uno studio delle caratteristiche architettoniche e dell’acustica degli spazi ed entrando in contatto con l’identità del luogo e con il territorio circostante, l’artista progetterà un’installazione che troverà la propria formalizzazione in sculture in grado di convertire l’energia degli elementi atmosferici, in suono. Gli elementi scultorei dell’installazione, composti da sistemi di corde musicali e casse di risonanza azionate dalle correnti d’aria, daranno forma e consistenza allo stormire del vento che, dal vicino mare, s’incanala tra i vigneti fino al cuore della torre, in una tensione continua tra l’udibile e l’invisibile.
L’obiettivo della residenza è quello di riabilitare un luogo, senza intaccarne minimamente l’architettura o il valore identitario, enfatizzando la dimensione dell’attesa e dell’ascolto per invitare i visitatori ad entrare in contatto con il corpo vivo della Torre e con il riverberare della sua ‘voce’ nello spazio.
L’opera Torre Stormita di Matteo Nasini sarà visibile fino al 23 agosto, durante il periodo di apertura della Torre sono previste visite guidate ed eventi collaterali organizzati dall’associazione Associazione Terre Joniche.