Matera 2019

Si giunge alla sessione finale, venerdì 25 novembre nel pomeriggio, nella quale vengono tirate le conclusioni: cosa Matera può imparare, e cosa può insegnare, da Matera 2019?
Vito De Filippo, Governatore della Basilicata, inquadra gli sforzi di crescita lucani nell'ambito della generale crisi europea, e dichiara apertamente che la Regione Basilicata appoggia incondizionatamente il progetto Matera 2019 con tutti i mezzi possibili. Intervengono anche i Sindaci delle due città capoluogo, che ribadiscono che Matera 2019 può e deve essere occasione di sviluppo per l'intero territorio.

Le conclusioni degli Open Days sono affidate a Doris Pack, Presidente Commissione Cultura dell'UE. Potete leggere il suo intervento integrale, qui riportiamo solo i punti che ci hanno particolarmente colpito. 

  1. una città diventa capitale europea della cultura se il suo programma è fatto di contenuti, di trasformazioni, di processi, non solo di eventi;
  2. è indispensabile una partecipazione bottom up dei cittadini: nell'anno in cui è CEC, una città deve produrre e non solo consumare, e per fare questo è necessario pensare ad una programmazione su lungo termine, che parta prima e finisca dopo (o non finisca affatto, nella migliore delle ipotesi) del 2019;
  3. è fondamentale coinvolgere i giovani, non solo formalmente ma sostanzialmente, "approfittando" della loro familiarità ed abilita' con le nuove tecnologie, oltre che della loro indubbia freschezza mentale e di ideali;
  4. "Culture is more!!", conclude Doris Pack nell'entusiasmo generale.

Nella sessione immediatamente precedente, Franco La Cecla, docente di antropologia culturale esperto di organizzazione dello spazio contemporaneo tra localismo e globalizzazione, ha dialogato con Pietro Laureano su città, cultura, Mediterraneo. 
La Cecla ha studiato a fondo l'antropologia urbana di Matera, ed in particolare la vita nelle strade e nelle piazze. E parte dal "gioco" della sottrazione della parola nei crocchi in piazza di anziani materani, rigorosamente maschi, per ricordarci  che la citta' è un mix fra attivita' e non attivita', e quindi ad esempio il passatempo proprio di ogni agglomerato urbano, riscontrabile anche a Matera, nel quale le persone anziane si fermano a guardare altri che lavorano, e' segno di esistenza della citta', di profonda democrazia urbana. Inoltre, a dispetto della continua citazioni di "civiltà contadine" che vengono fatte a proposito del Sud Italia e della Basilicata, è bene ricordare che Matera e' civilta' urbana, non contadina, anche se ci abitavano i contadini, che infatti non a caso disprezzavano chi viveva in case sparse.
Cio' premesso, conclude La Cecla, Matera 2019 non puo' essere pensata come 365 giorni di eventi, deve essere piuttosto illustrazione della quotidianita': occorre fare una storia di Matera posto per posto, ricostruire le narrazioni della citta'.  Laureano annota che tutte le culture sono contemporanee, e nel Mediterraneo le culture contadine hanno una radice comune. nell'enfasi della discussione, La Cecla insiste nella ferma critica ad alcune soluzioni architettoniche contemporanee, scatenando un vivace dibattito con gli architetti presenti in sala. Una piccola rissa verbale? ma no, un dibattito!!che - conclude Laureano - testimonia che la passione c'e' e che il proocesso verso Matera 2019 può considerarsi avviato.