Matera 2019

Secondo giorno di Materadio, secondo giorno di scoperta o ri-scoperta di Matera. A Radiotre Scienza si parla di città d'acqua. Ne parla Pietro Laureano, lo studioso che da Firenze è piovuto a Matera, dopo decenni di viaggi che lo avevano portato a studiare acqua e deserti in tutti gli angoli del mondo, e se ne è talmente innamorato da volerci vivere, e da aver promosso fino alla vittoria finale l'iscrizione di Matera nel novero dei luoghi riconosciuti dall'Unesco come patrimonio dell'umanità.

Mano a mano che lui parla, davanti ai nostri occhi si materializza un'idea che ci lascia senza fiato per lo stupore e per la visionarietà, e che parte da questo assunto: Matera è una citta d'acqua, propiro perchè edificata in un luogo dove acqua non ce n'è, o ce n'è molto poca. E quindi ha sempre dovuto fare i conti con problemi legati alla racolta ed alla conservazione dell'acqua, adottando tecniche geniali nella loro semplicità, conosciute dagli uomini fin dalla notte dei tempi: una copertura di pietre sopra una buca scavata in un terreno tufaceo o calcareo raccoglie l'umidità del giorno e soprattutto della notte che, a contatto con la temperatura più fredda proveniente dalla buca, condensa quella umidità in goccioline, che scivolano nella buca stessa, e finiscono per diventare piccola preziosa riserva di acqua. Lo sapevano gli uomini che fin dal Neolitico hanno abitato le grotte della murgia materana, lo sapevano i nostri contadini fino a pochi decenni fa. Questo spiega l'esistenza di così tante grotte a Matera: cave di tufo, che svuotate diventavano il retro di case costruite davanti con il tufo estratto, in un gioco di vuoti e pieni che è ancora oggi la chiave interpretativa più accreditata della città; cave di tufo che diventavano, anche, mezzo di raccolta e conservazione dell'acqua, in un sistema di sopravvivenza ispirato alla sostenibilità totale.
L'acqua è vita, ed è proprio dove non ce n'è in abbondanza che si impara a raccoglierla e conservarla. Questo accomuna Matera con molte altre "città d'acqua", in Cappadocia, Tunisia, Yemen, Cina. Perfino Stonehenge è in procinto di essere rivalutato: un luogo sacro, sì, ma perchè le grandi pietre favorivano, con il metodo descritto, la condensazione e la raccolta di acqua atmosferica e piovana.
Ecco quindi che in un XXI secolo caratterizzato da totale spreco di risorse non rinnovabili, Matera, lungi dall'essere il luogo povero, arretrato e miserando più volte descritto nei decenni passati, diventa il luogo modello, il luogo simbolo di una sostenibilità del consumo idrico, di un sistema completamente ecologico per non sprecare neppure una goccia d'acqua, di cui si sono perse le conoscenze. Un luogo dove non si spreca acqua, e si crea bellezza.

Non ci siamo ancora ripresi dal fascino del racconto del prof. Laureano che veniamo catapultati nel futuro tecnologico più spinto, senza se e senza ma: pochi lo sanno, ma al Centro di Geodesia Spaziale di Matera, diretto dal prof. Giuseppe Bianco, si raccolgono ed elaborano dati provenienti da tutto il mondo per svolgere un compito assegnato al Centro per conto dell'intero consesso mondiale: misurare gli spostamenti dell'asse terrestre, o per misurare con precisione, ogni giorno, il punto esatto dove collocare il centro della Terra. Un punto di riferimento planetario di calcoli importanti, che è proprio qui, a due passi dai Sassi millenari.

Dopo questi racconti, parlare di arte con "A3. Il formato dell'arte" è quasi rilassante, e ci consente di sprofondare in luoghi noti: il Musma, Museo di Arte Cintemporaneo di Matera, la mostra di Mario Cresci, il lavoro della Soprintendente Marta Ragozzino, e l'architettura contemporanea a Matera (la progettazione dei quartieri La Martella e Borgo Venusio con i soldi degli americani nel dopoguerra, il fato, che ha ucciso in un incidente a soli 35 anni l'arch. Stella – più visionario, più futurista, più "americano" – e ha fatto sì che l'incarico venisse invece affidato all'arch. Quaroni, più tradizionalista, neorealista, meno visionario, cambiando il volto dei due quartieri e la stessa storia architettonica di Matera moderna). Una mattina densa di emozioni.