Matera 2019

Nuove parole d'ordine risuonano per Matera e da Matera attraverso RadioTre. In diretta da CasaCava, la cava di tufo che ha attraversato i secoli per raccogliere, oggi, nuove sfide, Marino Sinibaldi e Farenheit ci raccontano una Matera dalle mille facce.
Partendo dalla faccia più nota, quella "disperata e bellissima" che ci ha raccontato Carlo Levi, quella dei due mezzi imbuti traforati di buchi neri, e in quei buchi una umanità sordida e promiscua, malata, che chiedeva chinino per curare la malaria.
La Matera di oggi invece ha "una bellezza che fa pensare, che sfida la nostra intelligenza"; la Matera di oggi è una bambina di colore con le sue ordinate treccine, seduta affiacco a me, che con composta serietà scatta foto a Sinibaldi e ai suoi ospiti con un I-Pad e poi le mette in rete per farle vedere alle sue amiche.

La Matera di oggi ha parole d'ordine nuove, e ce le raccontano il libraio del centro storico, il sindaco, il "paesologo", e poi il giornalista, lo scrittore, l'organizzatrice di manifestazioni letterarie, l'esperta di immigrazione ed inclusione sociale.
La prima parola d'ordine ha a che fare con la necessità di calibrare alla perfezione la conservazione della storia con la modernità della vita urbana, per evitare che i Sassi diventino Disneyland, un fondale di film abitato solo da fantasmi. Lo sostengono Salvatore Adduce, sindaco di Matera, e il libraio del centro storico che tutti conoscono come Mipa.
La seconda parola d'ordine ha a che fare con la madre terra: il futuro sarà di chi ha ancora la possibilità del contatto con la terra, dice Franco Arminio, un esperto di paesi e paesaggi, di viaggi e miraggi. E siccome Matera, e la Basilicata, sono fra i pochi luoghi d'Italia dove ancora c'è della terra con cui stare in contatto, Matera può essere capitale della terra, e capitale del futuro. Un sillogismo che ci affascina pr alcuni minuti.
La terza parola d'ordine è la contiguità, la vicinanza, il contatto: mentre il resto d'Italia ci dà l'impressione di un miserando sfaldamento, Matera, con sue peculiari abitazioni una dentro l'altra, rappresenta un modello di compattezza, di unità, di forza data da celle attaccate le une alle altre, insfaldabili.
La quarta parola d'ordine è "Give Matera a chance": rappresenta il pensiero di Elizabeth Jennings, che arrivata dall'Oregon a Matera per amore, ci è rimasta e ci ha portato le regole dell'editoria americana, così diverse dalle nostre, e ci racconta di una Matera che cresce, mentre altre città italiane si appassiscono pur nella ricchezza di occasioni arrivate e passate senza lasciare tracce apprezzabili. "You had your chance", dicono gli americani. Ora tocca a Matera.
La quinta parola d'ordine è leggere e capire tutte le stratificazioni di questa misteriosa città: stratificazioni architettoniche, ma anche linguistiche, etniche, culturali. Graziella Cormio si occupa di integrazione e racconta storie di bambini cinesi e kosovari e marocchini che costruiscono insieme uno spettacolo teatrale, paradigma di un futuro possibile in questa città magica.
La sesta parola d'ordine è essere contenti di fare la gara, non di arrivare al traguardo per primi.
Ma questo, noi che abbiamo pensato a Matera 2019, lo sapevamo già.