Matera 2019

Un percorso partecipato per facilitare la stesura del Piano di Gestione UNESCO, articolato in tre simposi/laboratorio quali luogo dell’elaborazione, del confronto e dell’approfondimento. Perchè, pur essendo disponibile una quantità ampia ed eterogenea di conoscenze disciplinari e di esperienze relative al Sito e alle sue problematiche, manca una mappa delle connessioni. I Simposi contribuiranno ad evidenziare le relazioni e le gerarchie tra temi, questioni, argomenti.

Nel corso dell’affollato incontro di oggi del Simposio 1 è intervenuto, fra gli altri Pietro Laureano, autore del dossier di candidatura del sito “Sassi e Murgia materana” nel patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Matera, ha dichiarato, è uan citta che rovescia i paradigmi.

“Matera e, in particolare, i suoi antichi rioni di tufo, rappresentano insieme la capacità di un territorio a vivere in rapporto a momenti contrapposti, la vita e la morte, la luce dei giardini pensili e l’oscurità delle grotte, madre e killer dei propri figli. Se la modernità a cercato di separare l’arte dal lavoro, la luce da buio, i giardini dai luoghi di produzione, questa città, al contrario ha sempre convissuto con questi dualismi. Ed è questa la straordinarietà di Matera. Questa città può raccontare un futuro possibile rovesciando i paradigmi della modernità, ma deve poter ricreare il cantiere che ha portato alla nascita dei Sassi per rigenerare il patrimonio di conoscenze che oggi è patrimonio mondiale dell’umanità. Matera è tutti noi e ciascuno di noi”.

 

Manuel Roberto Guido, Direttore del servizio I della Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del MiBAC ha spiegato cosa sono i piani di gestione e le finalità. I piani di gestione – ha detto il rappresentante del Mibac – consentono di passare da una tutela passiva a una tutela attiva. Tre le finalità: Mantenere nel tempo l'integrità dei valori che hanno consentito l’iscrizione nell’Unesco; Coniugare la tutela e la conservazione con lo sviluppo integrato delle risorse economiche locali; rendere compatibile un processo di integrazione fra diversi soggetti per il raggiungimento dello stesso obiettivo.

A chiudere i lavori della mattinata è stata Raffaella Poggiani Keller, Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia, che ha illustrato il piano di gestione del primo sito Unesco italiano, quello dell’arte rupestre della Valle Camonica. Nel pomeriggio si sono costituiti quattro gruppi di lavoro che domattina si confronteranno su un unico documento conclusivo.