Matera 2019

“A Matera si produce cultura” è il titolo del report di monitoraggio di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 presentato giovedì a Casa Cava nel corso di un incontro organizzato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 in formula ibrida, ovvero con partecipanti e pubblico dal vivo e altri collegati in streaming.

Come ha spiegato la direttrice della Fondazione, Rossella Tarantino, il documento offre una ricchezza di dati, che raccontano quanto si è vissuto nel 2019, quanto si è investito in produzioni originali, quante relazioni internazionali si sono costruite, quanti cittadini temporanei sono venuti in questi anni, quante volte Matera e la Basilicata sono state sulla mappa della stampa e dei media nazionali e internazionali, quanti cittadini hanno preso parte al processo della produzione culturale, quanti spazi nuovi sono stati reinventati, in che modo si è abitato la cultura, quanto i comuni e le comunità remote e spesso isolate della Basilicata sono state Capitali con Matera. Molte delle sfide lanciate nel dossier di candidatura sono state colte appieno, altre solo in parte e restano perciò non solo aperte ma ancora molto attuali. Il contributo che il report e le valutazioni indipendenti, in pubblicazione nel periodo settembre-ottobre 2020, intendono offrire è quello di mettere a disposizione queste riflessioni per ripensare un futuro lungo per Matera e la Basilicata, per consolidare i risultati positivi della Capitale Europea della Cultura e anche perché “un anno a Matera non duri solo un anno”.

I dati di Matera 2019 sono stati resi altresì disponibili attraverso il nuovo portale open data opendata.matera-basilicata2019.it realizzato con la collaborazione di Sheldon Studio, rappresentato da Matteo Moretti, che ha illustrato le caratteristiche della piattaforma: l’integrazione fra dati qualitativi e quantitativi, attraverso l’uso di stratagemmi narrativi come foto, video, suoni, interviste, micro-storie che rendono i contenuti più coinvolgenti e orientati alle persone; le diverse forme di alfabetizzazione, per consentire la fruizione a pubblici diversi, dai cittadini agli attivisti ai data analists; la multimedialità, resa possibile dalla collaborazione tra professionalità diverse che hanno lavorato al progetto, dando vita ad un racconto organico e sfaccettato. Fra agosto e settembre si aggiungeranno, alle due già presenti, altre 4 sezioni, in vista dell’Open data school in programma in autunno.

I risultati di Matera 2019, in special modo la capacità di tale percorso di attivare le comunità attraverso la cultura, sono stati lo spunto di dibattito della successiva tavola rotonda sulle sfide future per Matera, il Mezzogiorno, l’Italia e l’Europa, cui hanno preso parte Raffaello de Ruggieri (Sindaco di Matera), Giuseppe Laterza (Editori Laterza), Carlo Borgomeo (Presidente Fondazione con il Sud), Pierluigi Sacco (IULM), Carola Carazzone (presidente Assifero), Giuseppe Bruno (presidente CGM), Marta Ragozzino (Direzione Regionale Musei Basilicata), Vania Cauzillo (scena creativa lucana), Giampaolo d'Andrea (consigliere del Ministro Franceschini), Paolo Verri, (manager culturale già Direttore di Matera 2019).

Fra i temi dibattuti, la stretta relazione che deve crearsi fra settore culturale e terzo settore; le politiche di welfare culturale, come ad esempio l’invecchiamento attivo e l’integrazione dei migranti; la necessità di coinvolgere le comunità nelle programmazione che le riguarda; la responsabilità che in questo hanno le istituzioni sia in termini di governance che di sostegno economico a quei settori che con la pandemia sono risultati strategici per lo sviluppo dei territori; il continuum fra capitale sociale, relazionale ed economico; i nuovi asset della programmazione europea incentrati su crossover tra cultura, coesione sociale, benessere; l’importanza di non chiudersi nei localismi a causa delle paure generate dalla pandemia, ma al contrario vincerle attraverso il dialogo con altre culture; la necessità di sostenere quei progetti di grande innovazione che partono dal basso; il valore generativo della cultura nelle aree remote; la necessità di dotare le Capitali Europee della Cultura di un sostegno per lo sviluppo della legacy e di un programma di comunicazione da parte di Bruxelles; l’opportunità di continuare l’attività della Fondazione per non disperdere i risultati conseguiti. Unanime in questo senso, da parte degli esperti intervenuti, è stato infatti il riconoscimento del grande successo dell’esperienza di Matera 2019 indicata come un modello sia a livello nazionale che internazionale.

Fra le testimonianze dei protagonisti di questo percorso presentate, quella del Polo Museale della Basilicata, che ha lavorato sin dalla fase di candidatura sull’avvicinamento sociale attraverso la cultura, e che dopo la pandemia va ricostruito in una nuova prospettiva; quella dei creativi lucani che hanno coprodotto il programma culturale di Matera 2019, da poco costituitisi in Comitato per mettere a valore questa grande occasione di sperimentazione e di crescita sia in termini relazionali che lavorativi, chiedendo con forza un confronto con le istituzioni e poter così progettare e costruire il futuro di chi ha scelto di lavorare e vivere in Basilicata. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Franco Bianchini dell’Università di Hull, esperto di Capitali Europee della Cultura nonché membro del comitato scientifico di Matera 2019, che ha evidenziato i diversi temi sollevati dal report a partire da quali progettare i prossimi anni e al Presidente della Fondazione, Salvatore Adduce, che ha auspicato per il prosieguo dell’ente, l‘apertura ad altri soggetti oltre a quelli istituzionali. L’incontro è stato arricchito dalla moderazione digitale del team di Onde Alte che ha ingaggiato il pubblico presente in sala e in streaming attraverso domande e sondaggi, sia rispetto ai temi sollevati dai relatori, sia rispetto al futuro di Matera 2019.