In Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia, Piemonte migliaia di lavoratori stranieri provenienti dall’Africa sub-sahariana e dal Maghreb danno vita a villaggi precari in prossimità delle aree agricole in cui maggiore è la richiesta di manodopera. Capanne, tende, abitazioni di terra e pietra, cartoni, plastica. Sono questi gli shelters dei braccianti impiegati nelle raccolte stagionali. I contratti di lavoro ci sono e non ci sono, le pa-ghe invece sono sempre le stesse: 25 euro al giorno. La casa? Si fa con quel che si trova. Una casa con niente. 

BÄRAKKÄ è la casa dei working poor, coloro che oggi, sempre più numerosi, pur lavorando vivono una condizione di povertà. Una casa precaria, di cartone, quella dei contratti a chiamata, dei contributi non ver-sati, del sottocosto che impone competizione tra braccia diverse e monocultura. La casa che non c’è nono-stante ci siano 18 miliardi di metri cubi edificati a fronte di un fabbisogno aggregato pari ad un terzo di quello costruito.
Denuncia fisica delle politiche in atto che ridistribuiscono ricchezza e opportunità verso l’alto scaricando i costi sociali e ambientali verso il basso e simbolo di una nuova solidarietà tra lavoratori di nazionalità di-verse, BÄRAKKÄ sarà costruita dai braccianti italiani e stranieri nel cuore di Borgo Taccone (MT). Il Bor-go, oggi abbandonato, rappresenta non solo uno spazio ideale d'incontro e confronto tra braccianti di diver-sa nazionalità ma terreno di soluzione reale - che l’arte denuncia e rende visibile - in cui è possibile costrui-re modelli virtuosi di accoglienza e lavoro.

La costruzione di BARAKKÄ sarà accompagnata dalla realizzazione di un manuale di istruzioni e sarà preceduta da un percorso d'incontro e narrazione tra le famiglie che vivono a Borgo Taccone e i braccianti italiani e stranieri che lavorano o lavoravano in quell'area della Lucania.

“Barakka. Una casa con niente” è un Progetto di Comunità di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e sarà realizzata da Arci Iqbal Masih di Venosa in collaborazione con Guendalina Salini e Giulia Anita Ba-ri, artiste del collettivo La Frangia, da anni impegnati nella denuncia e nella tutela dei diritti dei lavoratori stranieri impiegati in agricoltura.

 

Calendario di realizzazione

▪ Lavoro con la comunità locale: dal 12 al 22 agosto 2019
▪ Allestimento e restituzione al pubblico: 14 al 16 ottobre, in ricordo della costituente contadina del ‘77