A conclusione dei lavori, e dopo aver fatto decantare un po' sensazioni ed emozioni, sentiamo di poter dire che la giornata di progettazione partecipata verso la realizzazione del progetto unMonastery è andata molto bene.
La giornata ha vsto la partecipazione di circa 40 persone, di tutte le età e con tutti i tipi di esperienza professionale e di vita. Gli ospiti (Alberto Cottica, Ben Vickers, Gaia Marcus e Bembo Davies di Edgeryders) hanno spiegato quali sono i punti salienti di unMonastery, quali le possibili incertezze, quali i possibili risultati. Formule dubitative che servono a ricordare a tutti che si tratta di un progetto sperimentale, da testare a Matera prima che in qualunque altra parte del mondo, progetto di respiro europeo che serve a preparare Matera ad aprirsi all'Europa, elemento indispensabile per concorrere in modo proprio alla candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019.
unMonastery, infatti, è un progetto molto "Matera2019abile" e sarà un eccellente punto focale per approfondire alcune delle tematiche della candidatura: l'idea di futuro remoto, di Matera come città di frontiera (perchè, come ci disse Bruce Sterling secoli fa, lo scopo dei materani deve essere quello di non essere risucchiati nel panorama globale, ma di inventarsi un nuovo modello - la grotta tecnologica); lavorare con una rete informale di talentuosi europei fuori dalle logiche di mercato.
Matera è la città adatta per fare questo: una comunità che riprende le regole di vita delle comunità monastiche medievali, riallacciandosi alla storia dei tanti monasteri presenti nella parte antica della città, ma anche l'idea del vicinato, tutta materana, uno spazio sociale di contiguità fisica ma anche civile ed emotiva, che condivide vita, problemi, gestione dei figli, cibo.
Il lavoro dei presenti, divisi in gruppi quanto più possibile eterogenei, è consistito nel mappare luoghi della città importanti per un motivo, anche molto personale: perchè lo si considera un luogo storico o di socialità, perchè è un luogo degradato che si potrebbe recuperare, perchè è un luogo dell'infanzia a cui si è affezionati. Il passo successivo è stato identificare criticità cittadine: ne è venuto fuori un elenco che soprendentemente non conteneva solo criticità fisiche (le aree vadalizzate, i rifiuti, il degrado etc.) ma anche - anzi direi soprattutto - criticità istituzionali e perfino "caratteriali" (troppo pessimismo, sfiducia, poca apertura al nuovo, etc.). Infine, i gruppi sono stati invitati a riflettere sul modo con il quale i non-monaci avrebbero potuto contribuire a risolvere, in tutto o in parte, alcune di queste criticità.
Il clima è stato molto collaborativo, nel complesso. Sentite cosa ne scrive Bembo Davies nel suo blog su Edgeryders:
"La giornata di lancio [di unMonastery, N.d.R.] non è stato il temuto prolisso taglio di un nastro con brindisi interminabili a base di vino che alla fine ti taglia le gambe. E' stato qualcosa di molto più potente: una costellazione di cittadini reclutati strategicamente con una comune volontà di realizzare i loro sogni per la comunità. A giudicare dall'energia tangibile generata dal processo di mappatura, hanno molte possibilità di successo."
La mappatura dei siti è stata tradotta in tempo quasi reale da Piero Paolicelli del webteam in una googlemap, tuttora a disposizione di chiunque voglia integrarla o commentarla. La giornata, infatti, ha avuto un altro importantissimo esito: è stata considerata il momento ideale per lanciare la piattaforma della community di Matera 2019. Un luogo dove si può prendere parte alle discussioni, suggerire temi specifici, dare idee e creare contatti con prsone potenzialmente interessate a dare un contributo.
Come? in 4 facili mosse:
Siamo già tanti, vi aspettiamo!