Matera 2019

Il Dossier di candidatura per Matera Capitale Europea della Cultura 2019 prevede dei progetti realizzati dalla Fondazione Matera – Basilicata 2019 in co-creazione con la scena creativa lucana.
Casa Netural è una delle 31 realtà creative lucane scelte come Project Leader per declinare parte dei progetti del Dossier insieme alla Fondazione, e in particolare sta lavorando alla co-creazione di un progetto dedicato al cibo inserito nel tema “Radici e Percorsi” del Dossier.

Tra i diversi strumenti previsti nel percorso di co-creazione (incontri, workshop, attività di mentoring) troviamo il “go&see”: un voucher per andare in Europa, in cerca di incontri e di luoghi fonti d’ispirazione; per stringere nuove relazioni e partnership.

Noi di Casa Netural abbiamo fatto il nostro primo “go&see” a Ganges, nel sud della Francia, per incontrare John Thackara, il nostro partner europeo di progetto. Era con noi anche una parte del team di IdLab, partner di progetto per la parte comunicativa e digitale. E’ stato un incontro di scoperta e di conoscenza.

Scoperta di un territorio che ha tante affinità con quello materano e, in generale, con quello lucano; conoscenza dei tanti progetti che, a livello europeo, disegnano nuovi modelli di comunità e di sviluppo locale attivando forme di economia circolare.
Progetti in sintonia con l’obiettivo che Casa Netural si è prefissata per il 2019: usare il cibo, catalizzatore di identità culturali, per costruire relazioni di prossimità tra territori periferici che cercano nuove forme di sviluppo sostenibile.

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Ganges è la “porta sud” del territorio Causses e Cévennes, iscritto dal 2011 nel Patrimonio Mondiale Unesco come esempio di paesaggio culturale legato all’agropastorizia mediterranea.

Tante le affinità con la Basilicata: dalla diversità geologica dei paesaggi, all’essere ancora testimonianza di un mondo “antico” legato alle tradizioni agricole e pastorali.
In questo vasto territorio si trovano gli ultimi luoghi in cui si pratica ancora la transumanza estiva in maniera tradizionale, attraversando i tratturi.
Un territorio che, come Matera, ma, in generale, la Basilicata, può contare su un enorme patrimonio paesaggistico, naturale e culturale da valorizzare e, al contempo, da preservare.
Luoghi belli, ricchi di storia e di tradizioni, che investono sul loro patrimonio per non essere più “ periferie economiche”, ma “provincie economiche europee”: luoghi dove si riesce a vivere, produrre e fare economia, senza traumi, preservando la qualità della vita.

 

Se Ganges è stata la porta per conoscere un territorio così affine alla Basilicata, John Thackara è stato il nostro ponte per incontrare chi, in quei luoghi, si organizza, dal basso, per portare avanti progetti di comunità in grado di disegnare un sviluppo economico sostenibile della regione.

John Thackara, filosofo e giornalista inglese, vive da diversi anni a Ganges.
E’ stato il fondatore di “Doors of Perception”, un programma di conferenze in cui, per la prima volta, si è creata una connessione internazionale tra il mondo del design e il movimento ambientale. John Thackara continua a portare avanti il suo lavoro di ricerca e di scrittura con  l’obiettivo di approfondire questa relazione, per trovare nuove soluzioni di sviluppo sostenibile. Lavora per dare visibilità e mettere in rete tutte quelle realtà che stanno sperimentando soluzioni di questo tipo.
John ci ha così introdotto in questo mondo, facendoci conoscere diverse storie e realtà.
Abbiamo incontrato e conosciuto Kristi van Riet, Co-Director di Doors of Perception, che con John condivide, oltre alla vita, il lavoro di ricerca su questi temi.
Uno dei pomeriggi del nostro soggiorno è stato dedicato all’incontro con Elise Boissiere.
Elise vive in una bella casa in pietra, nel Parco Nazionale delle Cévennes, che da generazioni appartiene alla sua famiglia.
Web designer di formazione, ha scelto di vivere nella sua regione di origine e di mettere la sua esperienze ed il suo lavoro a servizio di un nuovo sviluppo di questo territorio, che, come la Basilicata, registra un forte rischio di desertificazione. Lavora alla messa in rete di tutte le realtà e competenze locali per disegnare ed implementare una forma di turismo leggero ed ecologico, fonte di sostenibilità economica per tutte le zone interessate, che al contempo ne preserva quella ambientale ed ecologica.
In particolare, Elise lavora all’interno dell’amministrazione comunale di Vallerauge e cura due progetti in particolare: il Meteosite du Mont Aigoual, e Les Ecovoisins per Cévennes Ecotourisme.
Il Meteosite, museo e centro di interpretazione dedicato alla meteorologia, è l’ultimo osservatorio di montagna in Francia e uno degli ultimi al mondo.
Les écovoisins è un progetto di costruzione di mini-réseaux di attori turistici, culturali ed economici che lavorano insieme per sviluppare pratiche di accoglienza turistica improntate sui valori della condivisione e del rispetto dell’ambiente e per attivare una riflessione sulle possibili forme di sviluppo economico di un territorio rurale.

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Infine, abbiamo raccolto le testimonianze di altri “non-francesi” che, come John e Kristi, vivono in uno dei piccoli centri di questo territorio, portando contenuti e un respiro europeo in piccole realtà quasi rurali, scelte per la qualità della vita che offrono:

Walter Tjantele – fotografo ed esperto di cicloturismo
Valerie Katz – chef, hotel manager, ed esperta in turismo del benessere
Walter e Valerie, oltre a portare avanti le loro professioni, sono proprietari di una grande ed antica casa, nei pressi di Ganges, in cui combinano accoglienza turistica ed iniziative artistiche. In questo modo, hanno fatto della loro Maison du Pont Vieux un punto di riferimento e di costruzione di relazioni di prossimità tra locale ed europeo.

Il nostro “go&see” nel sud della Francia si è concluso in gran bellezza, con una visita ad Arles e a Luma Arles.
Luma Arles è stata lanciata nel 2013 da Maja Hoffmann – presidente e fondatrice, nel 2004, della Fondazione Luma –  per progettare, sviluppare e gestire il “Parc des Ateliers”, una vasta zona industriale riconvertita in istituzione culturale che ospita le diverse attività della Fondazione Luma.
Ciò che veramente ci ha colpito è che Luma Arles mira ad essere un ecosistema in cui  cultura ed ambiente sono legati nella ricerca e nell’attivazione di un’economia circolare che parte dall’uso delle risorse naturali locali per tornare al territorio.
Nella sua programmazione Luma Arles ha realizzato il progetto “Cuisine des Forges”, nato dalla convinzione che la cucina è un legame universale di condivisione, di mixité e di scambio.
Lì abbiamo visitato, con grande interesse, l’Atelier Luma; la mostra dedicata all’archivio fotografico di  Annie Leibovitz: “Annie Leibovitz The Early Years: 1970 – 1983. Archive Project #1” ;  “Visible World” un’installazione realizzata da  Peter Fischli e David Weiss.

E infine, un lungo viaggio di rientro che, tra maltempo, ritardi e lunghe attese all’aeroporto, ci ho riportato a casa alle 3 di notte.
Siamo rientrati indubbiamente stanchi, ma assolutamente soddisfatti dell’esperienza fatta.
Ci siamo portati a casa, oltre alla bellezza dei luoghi visitati e all’intensità degli incontri fatti,  le vive testimonianze di territori “periferici” che, grazie a progetti e comunità costruite intorno alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, stanno rivendicando una nuova cittadinanza europea.

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